ARRESTO CONVALIDATO PER PASQUALE ZAGARI, SOTTOPOSTO ALLA CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE DAL TRIBUNALE DI PALMI.
SCATTANO PERQUISIZIONI E CONTROLLI DEI CARABINIERI DI REGGIO CALABRIA: ARRESTATI IN FLAGRANZA NONNO E NIPOTE, TROVATI NELLA DISPONIBILITA’ DI UNA GRANATA DA GUERRA E VARIO MUNIZIONAMENTO.
RINVENUTI ANCHE DUE AK-47 KALASHNIKOV E UN FUCILE CAL. 12 CON MATRICOLA ABRASA.
Dopo l’arresto in flagranza per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso di Zagari Pasquale cl. 64, i Carabinieri della Compagnia di Taurianova, con il supporto dei “Cacciatori” dello Squadrone Eliportato di Vibo Valentia, hanno svolto nei giorni scorsi prolungate attività di perquisizione nel territorio, soprattutto alla ricerca di armi o altro materiale pericoloso.
L’intervento ha avuto esito positivo con il sequestro di svariate munizioni, armi da guerra e una granata. In particolare, in un terreno privato e già recintato nel centro cittadino di Taurianova, i Carabinieri, all’esito di attente ricerche, hanno rinvenuto all’interno di barattoli di plastica e vetro disseminati in vari punti e nascosti sotto terra ai margini del muro perimetrale, una granata da guerra del tipo M52 di produzione est-europea, letale e perfettamente funzionante, nonché 30 munizioni di vario calibro. Gli abituali utilizzatori del terreno recintato, giornalmente curato, coltivato e adibito anche alla custodia di animali, identificati in ALESSI Antonino, 31enne Taurianovese e l’omonimo nonno paterno, 72enne, sono stati tratti in arresto in flagranza per possesso illecito di munizioni e materiale esplodente da guerra.
Le operazioni hanno però interessato anche altri terreni, ove si riteneva potessero essere occultate anche altre armi.
Anche tali attività hanno consentito di raggiungere il risultato auspicato, tanto che in un terreno utilizzato da altro taurianovese F.A., 38enne e già gravato da specifici precedenti di polizia, sono stati rinvenuti due giubbotti antiproiettile, di sconosciuta provenienza, e alcune cartucce cal. 12. In aggiunta, in un contiguo terreno, i militari, grazie alle accurate ricerche svolte anche utilizzando un metal detector, sono stati rinvenuti altri fucili, parzialmente interrati, tra cui due Ak-47 “kalashnikov” e un fucile Beretta cal. 12 a canne sovrapposte, con matricola abrasa, nonché vario munizionamento cal. 12.
Tutte le armi e le munizioni sono state sequestrate e saranno sottoposte ad approfondite analisi tecniche, anche al fine di verifiche un loro eventuale pregresso utilizzo.
Al termine delle formalità di rito, l’anziano ALESSI è stato tradotto in regime di arresti domiciliari nella propria abitazione, mentre il nipote è stato ristretto in carcere fino al giudizio di convalida, all’esito del quale, il Tribunale di Palmi ha confermato la misura cautelare della custodia in carcere per ALESSI Antonino cl. 89, e degli arresti domiciliari di ALESSI Antonino cl. 48.
Si stringe dunque il cerchio attorno all’unico importante esponente della cosca “Zagari” che era tornato da poco in piena libertà e che, dopo la sentenza di convalida dell’arresto in flagranza operato dai Carabinieri di Taurianova, su richiesta della Procura della Repubblica di Palmi, è stato nuovamente destinatario della misura cautelare della custodia cautelare in carcere.
Pasquale Zagari si era rivolto alla vittima ripetutamente in modo pressante, avvicinando non solo lui ma anche alcuni sui famigliari, al fine di ottenere quanto voleva: denaro e, soprattutto, il possesso dell’esercizio commerciale. Il suo scopo era riaffermare con la forza quel controllo del territorio fiaccato dal carcere e dalla lontananza dalla Calabria, il tutto facendo proprio leva sul suo passato e sulla sua storia criminale, giudiziariamente accertata in via definitiva. Non si era limitato a richieste velate e indirette: alle prime legittime resistenze della vittima ha iniziato a minacciare espressamente ed esplicitamente, continuando a ricordare ciò che era stato fatto da lui e dal suo gruppo criminale trent’anni fa.
Una violenza psicologica, che ha concretizzato anche il più recente reato di atti persecutori, oltre quello tipico della tentata estorsione mafiosa.
Una grave vicenda ricostruita minuziosamente anche grazie all’operato dei Carabinieri reggini, sotto il costante coordinamento del Procuratore Ottavio Sferlazza e del Sostituto Davide Lucisano, che hanno puntualmente riscontrato e direttamente percepito parte delle condotte delittuose, con un quadro indiziario grave e concordante consentendo l’emissione della misura coercitiva.