SIDERNO – VOGLIA DI RICOMINCIARE, MA IN SICUREZZA E CON LE IDEE CHIARE

Aristide Bava
SIDERNO – Nella Locride c’è tanta voglia di ripartire ma c’è anche molta precauzione e necessità di sicurezza. Almeno questa sembra l’impressione ricavata dopo i primi giorni di (presunta) libertà. Il dato a Siderno, che è il centro piu’ popoloso del territorio, è palpabile ma anche negli altrio Comuni del circondario la situazione è pressocchè simile. Le avvisagli c’erano già state dopo il decreto Santelli che non aveva trovato grande entusiasmo in seno all’imprenditoria locale tant’è che i bar e i ristoranti erano rimasti egualmente chiusi. Adesso, dopo il 4 maggio , c’è qualche timido segnale di riapertura ma di gente , in giro, se ne vede poca con l’eccezzione di qualche significativa presenza sul lungomare per una salutare passeggiata o in altri spazi aperti non a rischio. Non è solo questione di paura, mka piuttosto di buon senso. In molti prima di riprendere la “vita normale” hanno bisogno di sicurezza , per se e per gli altri. E’ indiscutibile che esiste la necessità di ripartire perchè sono in molti a ritenere che, altrimenti, siamo molto vicini a un disastro economico-sociale molto difficile da affrontare, Anche se in Calabria, e certamente anche nel territorio della Locride, si può contare per fortuna su una diffusione molto limitata del Covid-19 bisogna andare con i piedi di piombo, In molti sono preoccupati per i “ritorni” di questi giorni anche perchè nessuno dimantica che i casi di contagio che si sono registrati su questo territorio sono stata una conseguenza dei precedenti rientri in Calabria di persone che si trovavano al Nord .E’ chiaro che chiedere precauzione e sicurezza non significa essere nemici della fase 2 ma piuttosto una premessa necessaria per una ripartenza che sono in molti a volere e che su questo territorio si sposa appieno con le possibilità di non vedere vanificata la stagione turistica. Il neo, purtroppo, è che, allo stato attuale, gli imprenditori turistici, e quelli balneari in particolare, non sanno ancora come dovranno comportarsi. E questo dovrebbe essere, intanto, il primo interrogativo da sciogliere per evitare di bruciare anzitempo la possibilità di una ripresa economica che possa dare un minimo di speranza a chi vuole contribuire alla ripresa economica.