SIDERNO – UN VOTO PER IL RILANCIO DELLA CITTA’

Aristide Bava
SIDERNO
I giochi sono fatti. Cinque candidati a sindaco, 12 liste e 190 candidati al consiglio comunale. Scusate se è poco, per una città che viene fuori da una lunga gestione commissariale determinata dallo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. E c’è da aggiungere che tutti i componenti della ex maggioranza che ha amministrato la città sotto la guida di Pietro Fuda, prima dello scioglimento, sono fuori dai giochi.
La decisione dell’ex sindaco di non candidarsi, arrivata pochi giorni prima della data di scadenza della presentazione delle liste, ha, di fatto, “estromesso” tutti i componenti di quel raggruppamento dalla competizione elettorale. Il tempo per trovare un’altro candidato idoneo a sostituire l’ex senatore è stato troppo breve, e mentre con Fuda si poteva viaggiare quasi sul velluto, difficilmente un suo sostituto avrebbe potuto affrontare le elezioni amministrative con il piglio (e i voti ) giusto per vincerle.
La decisone, quindi, da parte della ex maggioranza di non presentare alcuna lista è stata pressocchè obbligata e lo stesso Domenico Panetta, già sindaco della città, e certamente “uomo forte” di quella coalizione di maggioranza, si è dovuto arrendere, al pari degli ex assessori Gianni Lanzafame e Anna Romeo, che pure erano indicati tra i possibili papabili a sostituire Pietro Fuda alla candidatura di sindaco o dell’ex presidente del consiglio comunale Paolo Fragomeni, indicato da qualche autorevole esponente politico ad inizio delle schermaglie preelettorali come possibile successore dell’ex primo cittadino.
La decisione di Fuda, che piaccia o no da molti era dato come uomo vincente, adesso lascia insomma spazio a scenari difficili da pronosticare con una qualche sicurezza. Chi sarà il futuro sindaco di Siderno? I giochi sono decisamente aperti.
Probabilmente, salvo imprevisti poco immaginabili, sarà molto difficile che si possa verificare una vittoria al primo turno. Con 5 candidati a sindaco e 12 liste in lizza sarà difficile per tutti conquistare il quorum necessario per ottenere subito il “visto” per la poltrona di sindaco.
C’era riuscito Pietro Fuda nel 2005 con circa l’ 83% dei voti (i candidati allora erano quattro) ma era altra storia, e il carisma dell’ex senatore aveva coinvolto e convinto tutta la città. Adesso per superare il 50% delel preferenze sarebbero necessari circa seimila voti validi e ci pare che sia un numero difficilmente raggiungibile per tutti.
C’è da aggiungere, poi, che anche dal punto di vista “politico” la situazione è decisamente insolita. Fatte salve quelle del Pd e dei Comunisti uniti, le liste sono decisamente variegate e non supportate da una precisa appartenenza ideologica. Quindi al loro interno è possibile trovare esponenti di ogni estrazione politica. Sul piano pratico una situazione, dunque, di difficile lettura che – diciamolo pure – fa rimpiangere la proposta iniziale arrivata dal vaticanista Enzo Romeo che aveva invitato i cittadini a puntare su una o due liste qualificate per cercare di dare la spinta necessaria per il rilancio economico e sociale della città scrollandosi di dosso appartenenze politiche ma anche situazioni conflittuali e cercando invece di fare fronte unico per raccogliere i cocci della pesante crisi che si è accompagnata in questi ultimi anni alle vicende amministrative di Siderno.
Ma ormai quella è altra storia. Adesso bisogna guardare avanti con la realtà attuale. Ci sono, certo, i due candidati di riferimento politico, l’uno del centrodestra (Domenico Barranca) forte di ben cinque liste a supporto, l’altra del centrosinistra (Maria Teresa Fragomeni) che è una ex assessora regionale: i logici favoriti dovrebbero essere loro, probabilmente in ottica ballottaggio, ma anche Antonio Cutugno, Antonio Sgambelluri e soprattutto Stefano Archinà hanno carte da giocare, e vedremo quanto saranno valide. La realtà è che con 12 liste e 190 candidati, ogni pronostico è impossibile. Vinca il migliore.