Aristide Bava
SIDERNO – Significativa lettera di un docente sidernese, abbastanza noto nella cittadina anche perchè apprezzato musicista, al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. ” Illustre Presidente, – dice la nota – mi chiamo Francesco Sgambelluri, sono un insegnante di una scuola media della provincia di Reggio Calabria, insegno nella locride, per molti anni vista e considerata come terra di mafiosi e ndranghetisti, oggi uno dei territori piu abbandonati dallo stato italiano. Da bambino ricordo che potevo andare in treno dai miei zii emigrati, che si trovavano al nord perchè qui al sud non riuscivano a trovare un lavoro e delle condizioni di vita soddisfacenti. Io non capivo che cosa fosse l’emigrazione, perchè una persona che ha una casa, degli amici, degli affetti ecc. dovesse andare via, cosi come non lo capisce mio figlio che ha solo 5 anni! Nel corso degli anni ho visto sparire ciò che mi sembrava fossero diritti normali per un cittadino italiano, ci hanno chiuso l’ospedale, i treni non viaggiano per il nord, ci sono solo pochissimi mezzi che fanno percorsi locali ma non posso piu fare lunghe distanze, (abbiamo ancora un solo binario non elettrificato) molti uffici postali sono stati chiusi cosi come le stazioni ecc. Negli ultimi decenni poi è accaduta una cosa che mi sembra addirittura peggiore di tutto il resto, cioè la competitività tra territori, tra cittadine vicine, addirittura il recente pnrr (il piano che l’europa ha varato per recuperare i divari territoriali e sociali e rilanciare un europa piu solidale, che potesse ripartire da un punto di vista economico anche in virtù della pandemia che ha funestato il nostro paese) prevede la competitività, quindi piu risorse per chi può cofinanziare e meno per chi non può farlo…. quindi darà di piu a chi ha di piu e meno a chi non ha! Questo già succede, in realtà da molti anni, con i criteri della spesa storica, con la mancata perequazione infrastrutturale tra nord e sud del paese e potrei andare avanti per ore, ma mi fermo qui per evitare di tediarla. Le domanda che le voglio porre e che mi arrovellano il cervello costantemente da uomo di cultura e da educatore ed insegnante sono queste: (spero che lei possa rispondermi perchè ne va anche della mia attività professionale e dal futuro dei miei studenti che considero al pari dei miei figli e che credo anche lei condivida il mio sentimento) devo continuare ad insegnare ai miei alunni che la nostra nazione è una sola, devo continuarli ad educarli secondo tutte le raccomandazioni pedagogiche che rifiutano il concetto di competitività tra gli stessi alunni in favore della cooperazione? Devo dirgli che hanno gli stessi diritti di un cittadino veneto o lombardo, sapendo benissimo di mentirgli? Devo insegnargli che avranno le infrastrutture necessarie per aiutarli ad intraprendere? Devo premiare i piu meritevoli ed abbandonare al loro destino coloro che per incapacità o mille altre situazioni (familiari, economiche, culturali) non riescono ad emergere? Devo iniziare a prepararli al fatto che quando saranno piu grandi dovranno abbandonare le loro famiglie, i loro amici e che dovranno andare a studiare fuori se vogliono avere un futuro? Devo dirgli che se vorranno curarsi non potranno farlo vicino ai loro cari e che dovranno avere i soldi per i viaggi della speranza? La prego di rispondere a tutte queste mie domande in quanto io ci tengo molto alla mia professione e a preparare i ragazzi nel miglior modo possibile! Se il modello di questa nazione è questo, è giusto che io li prepari ad affrontare le realtà che incontreranno nel loro percorso di vita e non ad un racconto che poi non ritroverebbe riscontro nella realtà creando, magari gia in partenza, dei cittadini arrabbiati che si sentono presi in giro dagli insegnamenti della costituzione, dai loro professori e dei nostri politici e classi dirigenti varie! Ci risponda, ci dica se volete che andiamo via anche noi da qui, in modo da poterci preparare, perchè rimanere senza avere alcuna speranza di futuro è frustrante! Grazie dell’attenzione e confido in una sua cortese risposta! ” . Una lettera certamente degna di nota che, per certi versi, rispecchia una realtà amara che si accompagna al vivere sociale di questo territorio. Con tante considerazioni che non sono solo di Francesco Sgambelluri ma anche di tanti altri cittadini della Locride.
nella foto Francesco Sgambelluri