Aristide Bava
SIDERNO – “I tumori sono la seconda causa di morte nel mondo. Si muore di tumori secondari piuttosto che di tumore primario nel 90% dei casi. IL grosso problema per cui non si riesce a scoprire quali tumori andranno in metastasi è eterogeneità del tumore”. L’affermazione e della Prof.ssa Caterina La Porta che da anni si occupa di questo problema in modo interdisciplinare al Centro per la Complessità e Biosistemi dell’Università degli Studi di Milano e guida un gruppo di ricerca di notevole valenza. Caterina La Porta è stata ospite del convegno organizzato dal Cenacolo della cultura della Locride nei giorni scorsi e si è soffermata con dovizia di particolari sul male del secolo. ” “I tumori sono eterogenei e l’analisi che abbiamo condotto su singole cellule tumorali ha ampliato la nostra conoscenza dello sviluppo del cancro – afferma Caterina La Porta, che è anche professoressa di patologia generale al Dipartimento di scienze e politiche ambientali presso l’Università di Milano – In particolare, i nostri studi ci aiutano a capire come si originano le metastasi. Infatti, sappiamo che le metastasi possono formarsi anche a distanza di anni e in zone diverse da quelle del tumore primario. Abbiamo sviluppato un approccio basato sull’intelligenza artificiale con il quale possiamo letteralmente vedere come avvengono queste trasformazioni usando i metodi della scienza delle reti su singole cellule. L’obiettivo finale è di superare l’ostacolo dell’eterogeneità tumorale per sviluppare trattamenti personalizzati e quindi dare una risposta concreta alla richiesta di medicina personalizzata”. Oltre a pubblicazioni su riviste internazionali la Prof. La Porta con colleghi fisici, matematici e economisti ha dato vita ad uno Spin Off che ha sviluppato una piattaforma, chiamata “Ariadne”, in grado di stimare il rischio di sviluppare metastasi. L’obiettivo è quello di mettere la piattaforma a disposizione degli ospedali per poterli aiutare nella scelta della migliore strategia terapeutica ed evitare trattamenti eccessivi quando non necessari. Questo aspetto risulta particolarmente rilevante per i tumori pediatrici perché è stato accertato che il trattamento chemioterapico o radioterapico prolungato incide molto pesantemente sulla qualità di vita di questi piccoli pazienti.