Aristide Bava
SIDERNO – In una sala gremita di gente , con molti cittadini che non hanno trovato spazio all’interno, si è tenuta, ieri mattina, organizzata da quella che ormai si può considerare la ex maggioranza amministrativa del Comune di Siderno (tutta presente unitamente anche ai consiglieri di opposizione), la conferenza stampa del dopo scioglimento del Comune. L’incontro dopo una breve introduzione del capogruppo del consiglio comunale Paolo Fragomeni che ha voluto ringraziare pubblicamente il sindaco Pietro Fuda per il grande lavoro fatto anche a titolo personale, elencando una serie di opere già portate a compimento e altre in itinere, è interamente poggiato su una puntigliosa relazione dell’ ex primo cittadino che senza mezzi termini ha affermato che lo scioglimento del Comune di Siderno era già segnato sin dall’inizio della legislatura. Ha riepilogato fatti e vicende che, a suo avviso, non lasciano dubbi, e se lo scioglimento è avvenuto solo ora – ha detto – lo si deve, probabilmente, a fatti contingenti che ne hanno protratto la decisione ufficiale. Ha affermato testualmente ” E’ stata una decisione presa con tre anni di anticipo e costruita con tre anni di ritardo. Lo scioglimento per infiltrazioni mafiose – ha precisato – appena insediati, anche se tentato, era tecnicamente impossibile perché non c’erano le condizioni”. Ha parlato delal sua difficoltà ad operare precisando che le sue richieste di assegnazione del Sovraordinato è stata sempre bocciata “con il pretesto che il Comune doveva essere tenuto sotto osservazione. Ma l’ostilità – ha aggiunto- mirava alla paralisi di ogni attività nel Comune. Si doveva dimostrare che la gestione Commissariale, nella attività tecnico amministrative era superiore a qualsiasi Amministrazione democraticamente eletta. Poi il lungo riepilogo di una serie di vicende su cui riflettere, e che di riflesso interessano anche altri sindac i e asltri comuni del territorio, a partire dalla convocazione in Prefettura per il progetto Piano Azione Giovani – Sicurezza e legalità. ” Si voleva che i sindaci rinunciassero ai progetti e io mi sono opposto fermamente stimolando gliu altri a fare la stessa cosa. Però solo un intervento del Vescovo di Locri su Renzi, allora presidente del Consiglio impedì che cio avvenisse”. Fuda passa a un altro “strano” incontro dei sindaci nel novembre del 2015 presso il Ministero dell’ Interno .”Tutti eravamo convinti – ha detto – che sarebbe stato riaperto il famoso Tavolo ministeriale sulle necessità della Locride. Con nostra sorpresa non si è parlato nè della SS 106 o dell’Ospedale di Locri, nè della diga sul Lordo o di disoccupazione , di povertà ecc. , ma Il Vice Ministro Filippo Bubbico con l’allora Prefetto di Reggio Cal. Sammartino ci hanno comunicato che a causa dell’alto indice di criminalità presente nella Locride, a garanzia della legalità, avevano deciso un Commissariamento soft (concordato) che tecnicamente richiedeva per ogni Comune una delibera di Consiglio comunale con la quale si disponeva che i Segretari Comunali sostanzialmente passassero alle dipendenza della Prefettura. La proposta non è stata da noi presa in considerazione malgrado – precisa Fuda – alcuni colleghi presenti ma distratti non hanno capito la gravità della richiesta. La stessa sollecitazione è stata reiterata in occasione di un altro incontro con Bubbico e Sammartino al Convento dei Minimi a Roccella, dove purtroppo ha fatto le spese il dott. Luca Rotondi ( allora commissario di Platì e conoscitore della realtà del territorio ) che nel suo intervento aveva cercato di spiegare che la situazione dei Comuni della Locride era ben diversa da quella ipotizzata a livello ministeriale”. Lo sfogo ha continuato con la “confessione” che il sottosegretario Giampiero Bocci, “che conoscevo già da Senatore, e al quale sin dal mese di giugno del 2015, mi ero rivolto perché titolare della delega agli Enti locali, in ogni incontro, e c’è ne sono stati tanti, mi invitava ad una certa prudenza perché sentiva aria di scioglimento. Eravamo a giugno del 2015. Noi ci siamo insediati l’1 giugno dello stesso anno. E’ quanto dire!”.