SIDERNO – PIANO STRUTTURALE, CONOSCERLO E’ MEGLIO

Aristide Bava
SIDERNO – Nei giorni scorsi il Comune di Siderno ha ospitato un incontro promosso dalla Commissione straordinaria per mettere a fuoco, con la presenza dei rappresentanti dei partiti e dei movimenti politici locali, il nuovo Piano Strutturale Comunale prima della sua definitiva approvazione che dovrebbe aver luogo in tempi brevi. All’incontro era anche presente l’ex assessore all’urbanistica Domenico Catalano che, tecnico di professione, ha seguito nella sua qualità di ex assessore le varie tappe che già dall’anno 2018, quando fu affidato l’incarico al Prof. Giuseppe Imbesi e al suo gruppo di progettazione, sono state intraprese le varie tappe per arrivare al completamento dell’iter dell’importante strumento urbanistico. Catalano già in quella sede ha espresso alcune perplessità su quella che dovrebbe essere la stesura definitiva esposta dalla Presoidente della Commissione Maria Stefania Caracciolo. Lo abbiamo incontrato per “entrare” nel merito delle sue perplessità. “Disegnare la Città del futuro – dice – è una pratica che deve necessariamente passare attraverso la trasformazione urbanistica, un tramite che deve fungere da differenziale per migliorarla e rigenerarla, offrire concrete opportunità di rilancio ad un territorio come quello di Siderno, Città che rischia d’invecchiare nel suo immobilismo”. Cosa è cambiato negli ultimi anni ? “La storia urbanistica della Città, affonda le sue radici nelle scelte lungimiranti degli Amministratori del passato, che hanno saputo favorire attraverso un’attenta pianificazione un assetto chiaro ed ordinato e soprattutto delineare una vocazione turistico-commerciale che incardinava alla nostra realtà quel ruolo di Città faro della riviera dei Gelsomini. Il laboratorio urbanistico era l’appellativo attribuito alla nostra Città, per aver rappresentato ed innervato una serie di percorsi che hanno portato all’approvazione in soli 12 anni all’approvazione di due Piani regolatori. Oggi, nonostante la Legge Regionale n. 19 istitutiva del PSC, risale al 16 aprile 2002, non siamo ancora riusciti ad avere uno strumento urbanistico, indispensabile per il rilancio e lo sviluppo del nostro territorio”. Cosa sidoveva fare e cosa si deve fare adesso ? “Senza voler comunque ricercare motivazioni o attribuire responsabilità sull’iter procedurale riguardo la tempistica, va rimarcato che quasi nessuno o solo in pochi sanno quali sono state le scelte e le strategie progettuali operate. Ad eccezione di qualche conferenza iniziale che illustrava semplicemente lo stato conoscitivo del territorio, seguita da sporadiche riunioni molto dilazionate nel tempo, – probabilmente complice anche l’emergenza sanitaria sopraggiunta -, è mancata una partecipazione attiva dei cittadini, elemento questo ritenuto fondamentale non solo per l’approvazione dello strumento pianificatorio ma anche e soprattutto, perché il Piano Strutturale a differenza del Piano Regolatore è uno strumento più duttile, meno farraginoso, ma che impone anche un cambio di mentalità collettiva”. Quindi ? ” Tornando alla necessità di avere uno strumento utile al rilancio della nostra Città, atteso lo spropositato dilatamento dei tempi di definizione, vuoi per la burocrazia, vuoi per altro, oggi non siamo nella condizione di capire le scelte e le strategie attuate, oserei dire anche perché questo sistema di non divulgare sufficientemente le scelte adottate, limitandosi a raccogliere solo le proposte o le richieste, non consente di avere contezza di uno strumento tanto importante quanto indispensabile. Quindi possiamo solo auspicare che le indicazioni a suo tempo fornite siano state tenute in considerazione. Avevamo rilevato le tante criticità esistenti sul territorio ed anche alcune indicazioni, quali ad esempio, la valorizzazione dell’intorno della Diga, il miglioramento delle zone d’ingresso della Città, lo spostamento a monte della linea ferrata, la darsena sul Novito molto cara all’ex Sindaco Fuda, il collegamento dei lungomari, il rifacimento del Waterfront lungo la spiaggia, la valorizzazione del patrimonio esistente del Centro storico di Siderno Superiore e altre indicazioni, come l’adozione dell’istituto della perequazione urbanistica, elemento fondamentale per la realizzazione delle opere pubbliche, la riconsiderazione del piano del lungomare, superamento del torrente lordo per il prolungamento del lungomare lato nord e così via”. Qual’è il suo consiglio ? “Ritengo, che uno strumento tanto atteso ed importante debba essere esposto regolarmente in una sala magari del Comune con tutte le tavole di progetto per la visione costante di cittadini e tecnici. A questo proposito voglio ricordare che durante l’amministrazione Ritorto, in qualità allora di assessore, istituì l’Urban Center presso i locali del comune una specie di Ufficio del “Piano”. Purtroopo, successivamente, sono stato costretto a constatare che quell’ ufficio venne destinato a deposito di fascicoli e faldoni di ogni tipo. Spero che si ritorni al passato e che si sia trattato solo di una scelta momentanea, altrimenti vuol dire che non si è capita l’importanza dello strumento urbanistico. Mi auguro, in ogni caso che si arrivi nel più breve tempo possibile alla adozione definitiva del progetto. Sarà un punto di partenza per lo sviluppo della Città”.
nella foto Domenico Catalano