Aristide Bava
SIDERNO – Pochi mesi addietro su iniziativa dell’ Associazione Museo della scuola “I care” di Siderno presieduta dal Dirigente scolastico Vito Pirruccio il Museo nazionale del Risorgimento Italiano di Torino ,che ha per finalità anche l’obiettivo, di diventare inclusivo nei confronti di pagine “dimenticate” della nostra storia per dar conto della ricchezza del fenomeno patriottico lungo tutta la penisola , ha risposto positivamente alla richiesta di chiedere la valorizzazione delle figure dei Cinque Martiri di Gerace, “eroi” calabresi poco conosciuti a livello nazionale. Nell’ ottobre scorso in occasione della ricorrenza della fucilazione dei Cinque Martiri, ( avvenuta il 2 ottobre 1847) a Gerace è stato organizzato un interessante e apprezzato Corteo storico interpretato da un gruppo locrideo per far accendere i riflettori su quella tragica vicenda. Adesso il Comune di Siderno, che tra i cinque Martiri ha un suo figlio prediletto, Michele Bello,uno dei leader dell’insurrezione del 1847 e indicato dai testi storici come “figura luminosa di patriota del Risorgimento Italiano e figlio illustre della Città di Siderno”, ha organizzato per lunedi 5 dicembre una manifestazione di largo respiro per solennizzare il bicentenario della mascita, appunto, di Michele Bello. L’iniziativa è denominata “Michele Bello, Eroe e Martire del Risorgimento Italiano”. Il programma prevede: Alle Ore 10,00 la Cerimonia di inaugurazione della “Pietra della Memoria” presso la Piazza Cavour che ospita il busto dedicato a Michele Bello; alle ore 11 un Convegno sul tema “Michele Bello, Eroe del Risorgimento Italiano” che avrà luogo presso l’ Aula Magna “I.I.S. Marconi”, alla presenza degli alunni delle classi 3° delle Scuole Secondarie di Primo Grado e degli studenti delle classi 4° e 5° delle Scuole Superiori di Secondo Grado presenti sul Territorio. Relatori saranno: l’ Avvocato Domenico Romeo, storico e studioso, l’ Ingegnere Raffaele Macry Correale e il Dirigente Vito Pirruccio, entrambi cultori e ricercatori di Storia Patria. E crediamo che l’iniziativa sia fortemente importante perchè, soprattutto i giovani, conoscono poco dei Cinque Martiri e di Michele Bello visto che i testi storici sono molto avari dei resoconti di quell’epoca.Legittimo dunque ricordare, soprattutto alle nuove generazioni, quella epica vicenda del risorgimento Italiano. Ma chi era Michele Bello e chi erano i Martiri di Gerace ? La storia narra che il 2 settembre del 1847 quando scoppiò a Reggio Calabria un’insurrezione mazziniana, che portò alla nascita di un governo provvisorio. Rocco Verduci fu nominato comandante militare della rivolta per il distretto di Gerace, mentre Michele Bello, Domenico Salvadori e Gaetano Ruffo furono incaricati di estendervi l’insurrezione. E, appunto, Michele Bello, partito con alcuni compagni su una barca al comando di Giovanni Rosetti, un marinaio che fece da corriere per gli insorti, sorprese e catturò a capo Spartivento una nave doganale, con cui sbarcò a Bianco. Qui lo raggiunsero Domenico Salvadori e Rocco Verduci, che avevano radunato delle squadre presso il paesino di Sant’Agata. Gli insorti distrussero gli stemmi reali, bruciarono le carte della polizia e raccolsero contribuzioni volontarie. Occuparono inoltre i comuni di Caraffa e di Bovalino, dove vennero accolti dai rivoltosi guidati da Gaetano Ruffo, insieme al sacerdote Giuseppe Lentini e al barone Filippo Calfapetra. Il 5 settembre li raggiunse a Siderno la banda armata di cinquanta uomini raccolta da Pietro Mazzoni a Roccella. Il 6 settembre, non potendo raggiungere Gerace per l’ostilità della popolazione, si trasferirono a Roccella, dove il quartier generale fu stabilito nel palazzo paterno di Mazzoni. poi la situazione venne ribaltata e le truppe borboniche, guidate del generale Nunziante,costrinsero alla fuga il governo provvisorio. Intanto i “ribelli” confluiti a Roccella si sbandarono e Michele Bello, Rocco Verduci, Domenico Salvatori furono costretti alla fuga, nascondendosi nei monti presso Caulonia, dove furono arrestati il 15 settembre per il tradimento della loro guida, Nicola Ciccarello. Successivamente anche Gaetano Ruffo e Pietro Mazzoni che avevano cercato inutilmente aiuto a Catanzaro furono catturati. Bello, Verduci,Ruffo, Mazzoni e Salvadori furono processati a Gerace per alto tradimento da una corte militare che li condannò alla fucilazione. La sentenza venne eseguita presso il convento dei Cappuccini di Gerace e i corpi furono gettati in una fossa comune (chiamata “la lupa”). Michele Bello era nato ad Ardore il 5 dicembre 1822) ma era figlio di un ricco gentiluomo di Siderno, Domenico Bello, e di Maddalena Marando, originaria, appunto, di Ardore e si trasferì subito a Siderno superiore dove ancora esiste la sua abitazione, per poi andare a studiare a Napoli. Quì si formò e divenne, come lo descrive il Bonafade, nella sua memoria sugli avvenimenti, “Giovane bello della persona, intelligente, liberale per educazione, gentile nel trattare, dolce e persuasivo nel dire “. La sua vita fu spezzata a soli 25 anni.
nelle foto – il Monumento realizzato a Siderno, in Piazza Cavour, dove si svolgerà la cerimonia di lunedi