Aristide Bava
SIDERNO – L’opinione è diffusa: la “mattanza” della democrazia continua a causa di una legge che tutti, da anni, giudicano sbagliata ma che ancora, malgrado molti convegni, molte iniziative parlamentari e molte proteste, continua a pesare come una vera e propria spada di Damocle sulle amministrazioni comunali. E non è solo un problema della Locride anche se nella Locride è piu’ facile etichettare come “condizionamento mafioso” tutto e il contrario di tutto. Ed ecco, dunque, che dopo l’ultimo scioglimento (in ordine di tempo) per infiltrazioni mafiose del Comune di Marina di Gioiosa Jonica (settembre 2017) è arrivato quello del Comune di Siderno che aveva riacquistato la sua amministrazione “democratica” il 31 maggio del 2015 con la elezione plebiscitaria ( quasi l’ 83%) di Pietro Fuda a Sindaco dopo un lungo periodo di gestione del Comune da parte di commissari prefettizi. Una elezione che, secondo i cittadini, non lasciava adito a dubbi sulla bontà di un personaggio politico che aveva dato dimostrazione nelle altre cariche politiche che aveva occupato ( assessore regionale, presidente dell’amministrazione provinciale e senatore della Repubblica) di essere dotato di grande esperienza amministrativa e, quindi, certamente idoneo piu’ di ogni altro a trascinare Siderno fuori dal baratro in cui era precipitata per una serie di motivi, non ultimo dei quali il coinvolgimento di precedenti amministratori in operazioni di polizia che hanno portato ad arresti eclatanti come quello dell’ex sindaco Alessandro Figliomeni. Alla plebiscitaria elezione di Pietro Fuda, però, non ha fatto seguito la necessaria armonia politica che avrebbe dovuto supportare l’attività amministrativa del nuovo primo cittadino di Siderno e già con la formazione della giunta emersero i primi screzi – alcuni di natura politica non avulsi, però, da precedenti rancori personali all’interno della maggioranza che aveva portato alla plebiscitaria elezione di Fuda – che minarono il regolare cammino della nuova amministrazione comunale. Prima il gruppo consiliare del PD, poi il consigliere comunale Antonio Sgambelluri e infine l’altro consigliere Vincenzo De leo presero le distanze dalla maggioranza che fini’ per avere un solo voto di margine sui coalizzati gruppi di minoranza: 9 a 8. Pietro Fuda, però non si scompose e, da politico navigato qual’ è, continuò ad amministrare senza tentennamenti, rispolverando una serie di vecchi progetti, peraltro finanche finanziati, che erano fermi, molti dei quali già portati a termine e programmando anche future iniziative per lo sviluppo della città con la convinzione di poter portare Siderno fuori dalle secche dell’immobilismo. Poi la doccia fredda della nomina, il 23 ottobre del 2017, della Commissione d’accesso (Anna Palombi, Francesco Battagia e Francesco Picone ) con proroga di ulteriori tre mesi (in data 24 gennaio 2018) rispetto a quelli previsti in fase iniziale dalla normativa vigente e adesso la nuova doccia fredda dello scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. ). L’Ente, adesso, sarà retto da una commissione straordinaria per un periodo che andrà dai 12 ai 18 mesi prorogabili fino a 24, la commissione è composta da tre membri scelti tra funzionari dello Stato, in servizio o in quiescenza, e tra magistrati della giurisdizione ordinaria o amministrativa in quiescenza e svolgerà le funzioni di sindaco/presidente e Giunta comunale. La legge guarda con molta attenzione anche all’apparato burocratico dell’ente (dirigenti, personale dipendente). Contro il decreto presidenziale di scioglimento si può ricorrere in prima battuta dinanzi al Tar e in appello dinanzi al Consiglio di Stato.