SIDERNO – CASA DELLA SALUTE, UN SOGNO CHE NON SI AVVERA

Aristide Bava
SIDERNO – Anche la realizzazione della Casa della salute deve essere inserita nel libro dei sogni di questa nostra città dove negli ultimi tempi è diventato tutto piu’ difficile ? Correva l’anno di (dis)grazia 2017 , quando nel mese di novembre fu firmata a Catanzaro la Convenzione per la realizzazione della Casa della salute di Siderno, da realizzarsi nei locali dell’ ex ospedale. Una firma arrivata dopo ben cinque anni di attesa che secondo quanto venne annunciato , era l’ultimo tassello di un iter destinato a dare una svolta decisiva alla sanità di Siderno e della Locride. L’ accordo, siglato a Catanzaro con la presenza del l’ex sindaco Pietro Fuda,e dell’allora capogruppo comunale del Pd,oggi assessore regionale , Maria Teresa Fragomeni , dal Dirigente Generale del settore Lavori Pubblici della Regione Calabria Domenico Pallaria e dall’allora Direttore Generale dell’ASP RC Giacomino Brancati venne inserito in un documento a cui fu dato il titolo “Le Case della Salute – Un modello meta progettuale per la riqualificazione della rete ospedaliera regionale”.La convenzione prevedeva un finanziamento pari a € 9.760.000 per la realizzazione dell’intervento della “Casa della Salute” nel Comune di Siderno, nonché il rispetto degli obblighi derivanti dal sistema di monitoraggio previsto dalla normativa. Sulla utilità della Casa della salute in un territorio come questo della Locride non c’era alcuna discussione da fare . La sua realizzazione in un territorio dove la sanità si andava – come stava, purtroppo stava avvenendo – sempre piu’ impoverendo era ( ed è ) innegabile . D’altra parte la realizzazione della Casa di salute era stata sin dall’inizio indicata dallo stesso Governatore Pro Tempore della Regione , Giuseppe Scopelliti , una naturale e necessaria contropartita per bilanciare la chiusura del vecchio ospedale di Siderno bersaglio di una politica cieca e inconcludente che aveva privato il territorio di quella che era sempre stata una piccola oasi di ” buona sanità” sulla spinta di necessità organizzative sanitarie che, alla distanza, si sono rivelate deficitarie e controproducenti tanto che si è arrivati anche alla attuale precarietà dello stesso Ospedale di Locri , prima oberato del superlavoro determinato dalla chiusura di Siderno e ,poi, via via, soffocato da un mare di carenze mai affrontate con la dovuta necessità . Casa della salute, dunque, che avrebbe potuto dare una mano a sopperire le varie carenze sanitarie del territorio e contribuire anche alla ripresa dell’ Ospedale di Locri. I sogni, però, nella Locride, difficilmente si avverano salvo che non siano negativi e, a distanza di circa otto anni siamo ancora qui a parlare di un problema che doveva essere già ampiamente risolto e che, invece, non si è neppure iniziato ad attuare. .Sono in molti, però, oggi, a chiedersi che fine ha fatto questa importante realizzazione. La Casa della salute – giusto ricordarlo – è da intendersi come la sede pubblica dove trovano allocazione, in uno stesso spazio fisico, servizi territoriali che erogano prestazioni sanitarie, ivi compresi gli ambulatori di Medicina Generale e Specialistica ambulatoriale. Le sue funzioni sono diverse; alcune di natura amministrativa, altre di natura sanitaria e altre ancora di natura sociale. Esse possono essere aggregate in aree a diverso grado di complessità essendo la casa della salute un modello che si adatta alle caratteristiche del territorio e non il contrario. Un aspetto, questo, che certamente è di grande importanza sul territorio della Locride anche , appunto, per la presenza dell’ Ospedale di locri che, attraverso la messa in funzione della casa della salute, sarebbe meno soffocato dalle grandi necessità sanitarie del territorio perchè darebbe uno sfogo naturale per le prestazioni che non prevedono ricoveri. Nella Locride però è la solita storia. Si cerca di fare un passo avanti e ci si ritrova con due passi indietro. Dopo la firma del novembre 2017 la pratica si è fermata forse perduta, volutamente o meno, in qualche cassetto della cronica burocrazia regionale.

nella foto scattata nel novembre del 2017 in occasione della firma della convenzione Pallaria, Fragomeni, Fuda e Brancati