Lo scorso 28 gennaio, personale della Squadra Mobile di Reggio Calabria, coadiuvato da
personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico e dell’Unita Cinofila della
Questura di Reggio Calabria, ha tratto in arresto un trentaduenne algerino per il reato di
detenzione di sostanza stupefacente. L’uomo è stato colto in flagranza di reato in quanto,
all’interno di un immobile sito in Catona, custodiva un consistente quantitativo di sostanza
stupefacente (tra marijuana e cocaina), divisa in diverse buste (anche sottovuoto) ed occultata in
vari punti dello stabile in cui risiedeva. Oltre alla sostanza, è stato rinvenuto anche il tipico
materiale da confezionamento (bilancini di precisione, macchina per il sottovuoto e carta
stagnola), che lasciava supporre una strutturata attività di spaccio.
L’attività della Squadra Mobile si inserisce in un contesto di più ampio respiro, programmato dalla
Questura di Reggio Calabria e volto alla prevenzione e repressione dello spaccio di sostanze
stupefacenti nella città di Reggio Calabria. In particolare, l’arresto dell’uomo di nazionalità
algerina è stato propiziato da una mirata attività investigativa degli Agenti della Questura, che
avendo notato nell’area di Catona negli ultimi tempi il reiterarsi di condotte giudicate anomale, o,
più precisamente, assimilabili a quelle di uno spacciatore, avevano ritenuto di compiere ulteriori
approfondimenti.
Gli spostamenti dell’uomo erano stati quindi seguiti con maggiore attenzione e costanza, fino al
pomeriggio del 28.01.2025, quando nell’ambito di uno dei suddetti servizi gli Agenti della
Squadra Mobile, unitamente al personale dell’U.P.G.S.P., decidevano di intervenire bloccando
l’uomo all’interno dell’immobile, dove si riteneva che custodisse la sostanza stupefacente.
Qui, a seguito di una approfondita perquisizione, effettuata anche con l’ausilio delle Unità
Cinofile, veniva rinvenuto un cospicuo quantitativo di sostanza stupefacente, 1.2 kg di marijuana
ed 1 kg di cocaina, in parte nascosto all’interno di un armadio dentro l’abitazione abitata
dall’algerino ed in parte occultato dentro ad un bidone di plastica interrato nel giardino
prospiciente alla casa.
L’uomo veniva tratto in arresto e messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ne disponeva
la traduzione in carcere. Trattandosi di procedimento in fase di indagini preliminari, per l’uomo
vale il principio di non colpevolezza fino a condanna definitiva.