REGGIO CALABRIA-ARRESTATI PADRE E FIGLIO PER REATI CONTRO LA PERSONA ED IL PATRIMONIO.

Nella mattinata del 7 giugno scorso, i Carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria, a conclusione di un’attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria diretta dal dott.  Giovanni Bombardieri, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa il 4 giugno dal Tribunale di Reggio Calabria–Sezione GIP per i reati di tentato omicidio aggravato e detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo, nei confronti di:

  • BEVILACQUA Cosimo, cl. 58;
  • BEVILACQUA Andrea, cl. 87,

rispettivamente padre e figlio, entrambi reggini e con pregiudicati per reati contro la persona e contro il patrimonio.

Il provvedimento cautelare è stato emesso sulla base degli elementi raccolti nell’indagine condotta dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile di Reggio Calabria e coordinate dal procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e dal sostituto procuratore Marco Lojodice, le cui risultanze hanno consentito di ricostruire la dinamica di un agguato avvenuto il 13 aprile scorso nel quartiere di Ciccarello nei confronti del 19enne PASSALACQUA Domenico.

In particolare, intorno alle ore 19:30 gli odierni arrestati hanno aggredito la vittima e, al culmine di una lite, sono stati esplosi due colpi d’arma da fuoco che l’hanno attinta al braccio sinistro. Il PASSALACQUA, recatosi presso l’ospedale “Bianchi Melacrino Morelli” per le cure del caso, è stato dimesso la sera stessa con una prognosi medica di 15 giorni.

Le indagini dei carabinieri hanno permesso altresì di accettare il movente dell’aggressione, individuato nei dissidi familiari tra il ferito e gli arrestati, rispettivamente padre e fratello della ex compagna del PASSALACQUA. Nello specifico, i due BEVILACQUA hanno atteso la vittima, che giungeva da Catanzaro per riportare il figlio, di pochi mesi, alla ex compagna, alla quale lo aveva sottratto senza un preventivo accordo.

Al termine delle formalità di rito, gli arrestati sono stati tradotti presso casa circondariale “G. Panzera” di Reggio Calabria.