Il “Dyskolos” va in scena al tramonto al Festival del Teatro Classico di Portigliola
Dopo la prima di Segesta, la rilettura della commedia di Menandro ad opera di Cinzia Maccagnano approda domenica 11 agosto, alle ore 19:00, al Festival “Tra Mito e Storia” nell’ambito di un evento che aprirà i cancelli del Teatro Greco Romano di Portigliola per la prima volta al tramonto.
Quella del 2019 si conferma l’edizione delle prime volte per il Festival “Tra Mito e Storia”. Dopo il commovente primo debutto nazionale del Doctor Faustus di lunedì scorso, infatti, la kermesse si appresta ad aprire i cancelli del Teatro Greco Romano di Locri Epizephiri per la prima volta al tramonto. Domenica 11 agosto, infatti, l’appuntamento sarà alle ore 19:00 con una manifestazione ideata appositamente per rendere ancora più suggestiva l’esperienza teatrale e per rievocare le Grandi Dionisie, festa dell’antica Atene in cui tragedie e commedie venivano messe in scena tra il primo pomeriggio e il calar del sole.
Protagonista di questo primo tramonto sarà il Dyskolos, opera del commediografo antico Menandro che sarà riportata in scena da una vecchia conoscenza del Festival, Cinzia Maccagnano, che l’anno scorso ha già fatto sorridere e riflettere il pubblico grazie al suo brillante adattamento de “Gli Uccelli” di Aristofane. In questa produzione della “Bottega del Pane”, che arriva a Portigliola dopo il successo riscosso dalla Prima Nazionale di Segesta del 6 agosto, la Maccagnano, regista, autrice dell’impianto scenico e interprete, ci racconterà di Sostrato e del povero Gorgia, le cui disavventure ci insegneranno che la vitalità scaturita dall’amore può vincere la misantropia, superare le differenze sociali e dare dunque vita a una nuova comunità. Per la messa in scena di questa curiosa vicenda la regista sarà affiancata sul palco da Raffaele Gangale, Dario Garofalo, Luna Marongiu e Cristina Putignano, che sfoggeranno i costumi di Monica Mancini e le maschere di Giancarlo Santelli e Luna Marongiu.
Le musiche originali di Germano Mazzocchetti, composte per il Dyskolos prodotto dall’INDA nel 1995 per la regia di Egisto Marcucci, spettacolo nel quale la Maccagnano ha debuttato e che ha voluto per questo omaggiare in tal modo, renderanno ancora più suggestiva questa rilettura di quella che è stata definita già in antichità “commedia nuova”. Con il suo Dyskolos, infatti, Menandro, a differenza di ciò che abitualmente avveniva nella commedia antica, non impostò l’intreccio su fatti sociali o politici, ma ambientò l’azione in una dimensione che potremmo definire “borghese”, seppure il protagonista fosse un contadino. Esaurita la critica politica tipica del teatro aristofaneo, Menandro concentrò la sua attenzione su temi e rapporti che lasciano ampio spazio alla riflessione, alla morale, ai piccoli drammi quotidiani dell’uomo vessato dalle sue stesse intolleranze, dalla sua sfiducia nel prossimo, che caricano la rappresentazione di sfumature malinconiche.
Tematiche di sorprendente attualità che spinsero l’autore classico ad affidare ai suoi protagonisti un atteggiamento rivoluzionario, che si incasella perfettamente anche in un contesto sociale globalizzato come il nostro e che è per questo in grado di comunicare direttamente con il pubblico contemporaneo.