OMELIA
Ritorniamo a Maria. Riappropriamoci della vera devozione
(Polsi 2 settembre 2018)
La Parola di Dio che ci è stata riproposta in questa XXII domenica del T.O dell’anno (B), richiama l’attenzione sulla vera religiosità. Polsi è un luogo in cui da secoli si manifesta la pietà e la religiosità di un popolo, semplice e devoto. E’ una tradizione di fede, che si rinnova e che troppo spesso è stata mortificata da interferenze esterne. L’uso indebito dell’immagine della Madonna di Polsi e la sua strumentalizzazione da parte di uomini di mafia e di ‘ndrangheta, il venire qui non da pellegrini ma con intenti malvagi e sacrileghi è stata una gravissima offesa alla fede di tutto il popolo mariano. Tutto il popolo dei fedeli di Polsi è stato umiliato ed offeso. Ed ancora oggi ne soffre le conseguenze. Chi potrà mai risarcire il popolo fedele della Madonna di Polsi, che, volendo, avrebbe ogni diritto di costituirsi “parte civile” in ogni processo di mafia. E’ un popolo la cui fede è stata gravemente profanata, ma è un popolo fiero e coraggioso che non teme sventura alcuna ed a Maria affida la propria storia.
Non è il caso di ritornare a ricordare antiche ferite. A riguardo parole chiare sono state pronunciate non solo da me, ma da tutti i miei predecessori. Ribadisco che non è assolutamente conciliabile la fede in Maria con la criminalità mafiosa. Non è fede genuina quella di chi cova nel suo animo propositi di sangue e di vendetta. Portare con sè l’immagine della Vergine e nutrire odio, rancore, vendetta non sono comportamenti conciliabili con la più genuina fede mariana. Chi fa queste cose fa soffrire Maria e non è degno suo figlio. Il Vangelo di oggi ci dice che questa non è “religione pura” (Gc 1,27). Gesù, rivolgendosi a scribi e farisei, afferma: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”. C’è religiosità e religiosità. C’è una religiosità, che non piace al Signore. E’ quella fatta di parole. “Non chi dice: Signore, Signore…”. Non basta dirsi cattolici. Non basta partecipare ad atti di culto: accompagnare la statua in una processione, ricevere i Sacramenti, venire in pellegrinaggio. Ci vuole qualcosa di più. Ci vuole la rettitudine di cuore, la purità nei pensieri e nelle intenzioni. Gesù non guarda l’esterno del bicchiere, va in profondità, vede quello che c’è nel cuore di ciascuno. Condanna la tendenza a dare più importanza ai gesti e ai riti esteriori che alle disposizioni interiori, rifiuta le apparenze e va all’essere. Davanti a Lui non contiamo per quello che appariamo ma per quello che siamo. In breve, Gesù condanna l’ipocrisia e il formalismo religioso. Quanta ipocrisia nel nostro mondo! Quante maschere! Quanti maestri del travestimento! Quanti volti dietro l’anonimato! Sono gente senza volto e senza dignità, omertosa e vile. Gente senza onore, che opera nell’oscurità delle tenebre. Perché non ha volto da mostrare. Quello che si fa vedere non è quello che c’è nel loro cuore. Quanta falsa religiosità! C’è chi dice di adorare Dio, ma in realtà adora se stesso ed i propri affari, preferisce venerare le statue invece che seguire Dio nella vita quotidiana.
Gesù condanna la distorsione del dare più importanza alla pulizia esteriore che alla purezza del cuore. Una distorsione, che si ripete ancora oggi. C’è chi si preoccupa dell’inquinamento esteriore e fisico dell’atmosfera, delle acque, dell’ambiente, ma tace dell’inquinamento interiore e morale. Con questo non voglio – capitemi bene – contrapporre tra loro i due tipi di inquinamento. La lotta all’inquinamento fisico e la cura dell’ambiente è segno di progresso e di civiltà al quale non si può e non si deve in alcun modo rinunciare. Gesù non dice che non bisogna curare l’igiene (lavarsi le mani, o lavare i bicchieri). Dice solo che questo non basta. Per Lui conta l’ecologia del cuore. Quella che si tiene lontana dalle realtà “inquinanti”, dai “propositi di male”, di cui parla il vangelo: “impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza”. Chi opera queste cose, è corrotto, si è lasciato “contaminare da questo mondo”. Se vogliamo realizzare davvero un’opera di bonifica del cuore, dobbiamo intraprendere una lotta senza quartiere contro tutti questi mali. Solo così saremo veramente liberi. Dobbiamo liberare il nostro cuore da tutte le cattive intenzioni. Dobbiamo conquistarci la libertà di fare il bene, dobbiamo vincere le nostre schiavitù. Schiavo è il mafioso, che mette al centro di tutte le sue preoccupazioni gli affari, l’esercizio del potere, l’idolatria del denaro. Schiavi possiamo essere anche noi, se agiamo sempre e solo per il nostro tornaconto, se anteponiamo l’interesse personale al bene comune. Chi è schiavo è lontano da Dio. “Il suo cuore è lontano da me”.
Qual è allora la vera religione? «Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze». In una parola: la fede ‘pura’ sta nella pratica della carità, verso gli ultimi, i poveri, che al tempo di Gesù erano soprattutto gli orfani e le vedove.
Anche la nostra religiosità va purificata. Non solo quella dei mafiosi. La purificazione non si ferma all’esterno come una lavatura di bicchiere. Esige la conversione del cuore. Gesù c’invita a prestare più attenzione alla vita interiore, alle sue esigenze di purità. Venire in pellegrinaggio in un santuario è volersi convertire a Dio. Questa conversione la desidero per tutti. Chi viene in questo santuario chiede a Maria di poter trovare perdono e salvezza, felicità e pace interiore, mettendo da parte ogni proposito di male.
Convertirsi a Dio vuol dire voltare pagina. E’ questo il nostro desiderio, il desiderio di tutta la comunità credente e dei devoti della Madonna di Polsi: voltare definitIvamente pagina. Chiedo a tutti di deporre ogni sentimento di odio e di rancore, di abbandonare la via vecchia per abbandonarsi nelle bracce di Maria.
VOLTARE PAGINA è desiderio dei tanti pellegrini che vengono qui, in carovana. Andare in carovana, tante persone insieme, verso una meta comune, verso questo Santuario, è la parabola della nostra vita. Un vita che ha una meta, che ha un senso, che è ricerca, che ci porta all’incontro vero con Maria e attraverso di Lei con Gesù. Ho detto: incontro vero. Lo credete questo? Se non fosse così che ci staremmo a fare qui? Nel pellegrinaggio, nel camminare insieme verso un Santuario sperimentiamo un bisogno di fede, di affidamento a Maria e a Dio, manifestiamo un bisogno di purificazione e di vita sana. E’ desiderio di Dio, di pace, di perdono e di riconciliazione. Quando voi andate ai Santuari, vi portate la famiglia, i vostri figli, voi state facendo proprio un’azione bella, state leggendo il Vangelo, state vivendo la bella notizia che andare dietro a Gesù salva. Bisogna andare avanti così!
VOLTARE PAGINA. E’ un desiderio delle autorità anche civili, che hanno accettato la sfida di liberare Polsi dal suo isolamento. Un nuovo percorso stradale che sia più sicuro ed agevole. La presenza di servizi utili alla collettività (una postazione di pronto soccorso), servizi necessari all’ordine e alla sicurezza (la postazione dei CC, l’istallazione di un collegamento internet).
Siamo qui per incontrare l’amore e la tenerezza di Dio, che sempre ci perdona, che perdona tutti gratuitamente, che sempre ci aspetta e ci ama. Un incontro che può fare anche il peccatore, il mafioso che si converte a Dio. Il vero devoto della Madonna di Polsi è colui che desidera incontrare Dio, ricevere il suo perdono e cambiare vita attraverso una vera conversione del cuore. La bella notizia è questa: qui è presente e si è fermato il Signore. Signore, non andare oltre, resta con noi! Amen.
Francesco Oliva, Vescovo di Locri-Gerace