Operazione antibracconaggio. I Carabinieri Forestali sequestrano armi, richiami acustici e reti da uccellagione. Dodici persone denunciate.
Si è conclusa in provincia di Reggio Calabria la seconda fase delle operazioni straordinarie antibracconaggio disposte dal Raggruppamento CITES di Roma e che ha visto impegnati i militari del Reparto Operativo SOARDA in collaborazione con il Nucleo CITES.
Il territorio provinciale resta una realtà problematica per i reati sulla caccia, commessi sia per motivazioni di tipo pseudoculturali (ad es. la caccia all’Adorno) sia utilizzando strumenti illeciti di cattura, come le reti da uccellagione ed i richiami elettroacustici, in grado di attirare l’avifauna stanziale e migratoria.
I Carabinieri Forestali impegnati nelle operazioni, svolte anche con la collaborazione dei volontari dell’associazione ambientalista CABS (Committee Against Bird Slaughter), hanno deferito all’Autorità Giudiziaria n. 12 bracconieri, sequestrato 8 fucili da caccia con relativo munizionamento, n. 5 richiami elettroacustici vietati e decine di esemplari di tordi e allodole illecitamente abbattuti.
Nel comune di Nicotera (VV), nel corso di due distinte operazioni, sono stati denunciati due cacciatori provenienti dalla provincia di Reggio Calabria, L.O. classe 1962 e G. E. di anni 20, che utilizzavano i richiami illegali, uno dei quali riprodotto da uno smartphone. Stessa sorte è toccata a P.E., di anni 58, residente in provincia di Brescia, sorpreso in località Campicello di Cittanova che cacciava con le stesse modalità illegali.
In località Prateria di Laureana di Borrello due cacciatori, I.A. un cinquantatreenne di Palmi e M.P. classe 1951, residente in prov. di Brescia, sono stati denunciati per la contraffazione di sigilli, in quanto utilizzavano come richiami vivi esemplari di allodole catturate in natura e munite di anelli di riconoscimento contraffatti. Nella frazione Gallina nel Comune di Reggio Calabria, il solito apparecchio elettroacustico era utilizzato in comune da tre cacciatori, il più giovane dei quali era anche privo di licenza di caccia e utilizzava il fucile del padre; inevitabile anche la denuncia per porto abusivo di arma e omessa custodia delle stesse. Sempre per l’utilizzo di richiami elettroacustici vietati, sono stati denunciati a Brancaleone tre cacciatori che avevano già abbattuto n. 40 allodole ed un esemplare di pispola (Anthus pratensis), specie particolarmente protetta dalla legge. Per tutti è scattata la denuncia alla procura di Reggio Calabria con richiesta di revoca del porto d’armi. Infine nella frazione Castellace di Oppido Mamertina (RC), è stato denunciato per furto aggravato di fauna selvatica C.R., un cinquantaseienne dedito al commercio di cardellini, catturati con le reti da uccellagione. Il soggetto è stato identificato grazie all’uso di telecamere collocate nei siti di cattura.
I servizi di controllo e repressione della caccia illegale, predisposti dai Carabinieri Forestali, dimostrano ancora una volta, il grave stato di illegalità venatoria riscontrabile nella provincia, a cui faranno fronte continue attività di sorveglianza dei militari dell’Arma.
Si esortano i cittadini ad essere parte attiva nella difesa dell’ambiente, segnalando al numero 1515 ogni situazione di illegalità.