Aristide Bava
SIDERNO – Anche in tempi di coronavirus la burocrazia minaccia di creare ulteriori ostacoli alla sanità pubblica. E quando questo avviene anche per reparti di importanza primaria come può essere quello di Oncologia non è certo una bella cosa. Di questo è fortemente convinto il primario del reparto di Oncologia dell’ Ospedale di Locri , dott. Giovanni Condemi che in questo periodo ha le sue brave gatte da pelare non solo e non tanto per la paura dei pazienti oncologici che lo pressano da vicino per il grande timore che il nuovo virus incute soprattutto in loro che sono gli anelli deboli dell’utenza sanitaria per le loro carenze immunitarie. E quando gli chiediamo qual è la situazione all’interno del suo delicato reparto e soprattutto quali sono state le reazioni dei suoi pazienti non drammatizza ma non può fare a meno di evidenziare che il pericolo piu’ grave potrebbe essere quello della mancanza di farmaci o di necessarie attrezzature. ” devo dire che i pazienti del reparto stanno rispondendo bene ai consigli che stiamo dando – ed è giusto dare una nota di merito a tutto il personale del reparto che continua a svolgere il proprio lavoro con il massimo della scrupolosità – e solo in casi del tutto eccezionale spostiamo i trattamenti terapeutici in atto. Abbiamo la fiducia dell’utenza sanitaria e riteniamo che stiamo facendo un buon lavoro in un periodo che non è certamente dei piu’ facili. Quello che fa rabbia, invece, è l’eccessiva burocrazia che spessao ci costringe a perdere parecchio tempo per sollecitare il rifornimento di farmaci e attrezzature indispensabili ad un lavoro così delicato com’è il nostro. Purtroppo siamo costretti a fare i burocrati e dobbiamo perdere parecchio tempo inseguendo i responsabili di settore per avere quello che chiediamo. E ciò malgrado l’attenzione che lo stesso Direttore sanitario aziendale dott. Antonio Bray ha prestato, e sta prestando, alle nostre richieste. Abbiamo da tempo avanzato richiesta, ad esempio, di Deflussori o di farmaci particolari necessari per i nostri trattamenti ma tra una firma e l’altra siamo ancora in attesa del loro rifornimento. Il dialogo ” a distanza” non favorisce la nostra attività anche se non demordiamo e, come le dicevo, siamo costretti a perdere parecchio tempo per superare ostacoli burocratici che in questo particolare momento sono certamente fuori luogo. Fermo restando l’auspicio che questi ritardi non creino problemi per il resto posso assicurare che il reparto funziona bene e che i pazienti non corrono alcun problema e possono continuare regolarmente i loro trattamenti”