LOCRIDE – TIROCINANTI “LIQUIDATI”, LA STORIA DI SERGIO

Aristide Bava
SIDERNO – Sergio Nigro, tirocinante del bando Miur , di Gioiosa Jonica , e assieme ma lui altri 628 colleghi dislocati nelle scuole calabresi attendono ancora di conoscere quale sarà il loro futuro . Nigro, unitamente ai suoi colleghi , rimasti senza lavoro alla fine del novembre scorso, stanno cercando di ottenere udienza dallo stesso presidente della Regione Mario Oliverio , dopo ,- precisano – , mollteplici richieste fatte all’Assessore al Lavoro e welfare per ottenere un’incontro con una delegazione dei tirocinanti. Nigro rivendica la bontà del ” percorso” suo e dei suoi colleghi “fra i piu importanti dal lato professionale e umano rivolto ai Disabili come ” Educatori e Operatori per l’assistenza di base”, per aver svolto attività nell’assistenza ai disabili nelle scuole coadiuvando il personale insegnante e gli educatori nell’ambito delle attività scolastiche. Tutto però è durato solo 10 mesi e alla fine quando si sperava in una proroga dell’attività è arrivato invece lo stop. Da qui il tentativo di parlare con gli organismi competenti per cercare di conoscere quale sarà il loro futuro. Nigro ha riassunto .la vicenda dei tirocinanti in una lettera aperta che abbiamo cercato di sintetizzare . ” Per 10 mesi grazie ad una manifestazione di interesse voluta dalla Regione Calabria in sinergia con il MIUR ci è stata data la possibilità di esercitare la professione in ambito scolastico, affiancando bambini/ragazzi disabili. Tale servizio purtroppo dal 22/11/2018 è stato interrotto (per altro ad anno scolastico iniziato), con notevoli disagi e senso di abbondano nei bambini/ragazzi e quindi nelle famiglie da noi seguiti. Nello specifico da quando è stato attivato il servizio, siamo stati presenti nelle classi a diretto contatto con gli alunni per 80 ore mensili. Le nostre attività erano concretizzate al fine di favorire una relazione educativa atta a coinvolgere i minori nella loro totalità. Un modo per cercare di favorire la conquista dell’autonomia nella cura di sé, quali ad es. capacità di gestire il materiale scolastico e l’organizzazione dello studio, cura e gestione dei propri spazi di vita; accompagnamento nelle relazioni con il gruppo dei pari; capacità di gestione della sfera emotiva e di relazione sociale. Compito non facile da spiegare in poche righe. La nostra attività, comunque, svolta in cooperazione con il personale docente e scolastico ci ha consentito di raggiungere i minori coinvolti in situazioni anche intime della loro vita, contribuendo così ad approfondire e comprendere le ragioni del disagio per cui si è intervenuti, tutto fatto con amore e dedizione tanto che l’abbandono e il vuoto che abbiamo lasciato nei minori, quando siamo stati costretti a sospendere la nostra attività era ben visibile nei giovani che seguivamo. Riteniamo che una proroga dell’attività era doverosa anche per questo. Abbiamo cercato di contattare Assessori e presidente della Regione. E non solo: abbiamo chiesto aiuto al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, al Vice Presidente Luigi di Maio, al ministro Marco Bussetti ed altri ancora ma nessuno si è degnato di darci una risposta se non il Presidente della Repubblica che ha inoltrato alla Regione Calabria la richiesta di ascolto che avevamo fatto anche a lui. Nessuno,però, ci da ascolto. Siamo oltre 629 persone, uomini e donne, madri e padri che per dieci mesi abbiamo vissuto grazie alle 500 euro che percepivamo. Abbiamo chiesto di proseguire il nostro tirocinio con le stesse condizioni, senza pretendere altro, ma nessuno ci ha mai dato risposta di alcun tipo. Ci chiediamo a cosa è servito questo nostro “lavoro” se non potremo spendere questo tirocinio svolto proprio al fine di trovare una nuova occupazione ? “.