LOCRIDE – ROCCA ” FACCIAMO ATTENZIONE AL G5

Aristide Bava
SIDERNO – Il presidente dell’ Osservatorio ambientale diritto per la vita, Arturo Rocca, ha scritto ai sindaci e agli amministratori dei Comuni della Locride per mettere sull’avviso delle problematiche del caso G5, Nella nota Rocca dopo aver premesso di non essere tra coloro che avversano qualsiasi innovazione nello spirito del dire no ad ogni costo ” per una mera questione di principio” sottopone una valutazione approfondita sulla nuova tecnologia denominata 5G.. Fa quindi riferimento al documento sottoscritto da 170 scienziati di tutto il mondo, di cui 27 italiani, che chiedono una moratoria sulla realizzazione della rete 5G portando come primo esempio il fatto che ” l’Istituto Ramazzini, che combatte il cancro da più di vent’anni, convocato dalla Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera per riferire dei suoi studi sugli effetti delle onde elettromagnetiche ha rappresentato, tramite la Dott.ssa Fiorella Belpoggi, che se i piani del settore delle telecomunicazioni per il 5G si realizzeranno, nessuna persona, nessun animale e nessuna pianta sulla Terra sarà in grado di evitare l’esposizione, 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno, a livelli di radiazione a radiofrequenza (RFR) maggiori di quelli esistenti oggi. Saremo sempre più esposti, involontariamente. “Con il 5G – dice Rocca – affrontiamo il problema delle radiazioni a frequenze ancora poco studiate (onde millimetriche), verosimilmente sospette di creare gli stessi problemi delle frequenze oggi utilizzate. Questa situazione, che riguarderà tutto il globo, richiama la responsabilità dei governi che agevolano la messa in atto di questa nuova generazione delle telecomunicazioni senza alcun approccio critico, sia sanitario che sociale, riducendo il problema ad una questione di aggiudicazione delle frequenze da parte delle compagnie, con introiti per i governi molto rilevanti” . Poi ricorda che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) dell’OMS ha concluso nel 2011 che le radiazioni RFR da 30 kHz a 300 GHz sono possibili cancerogeni per l’uomo (Gruppo 2B). nonchè vari studi epidemiologici sperimentali su animali da laboratorio che indicano un pericolo di insorgenza di tumori dello stesso tipo nonchè il fatto che anche l’ISDE Associazione Italiana Medici per l’Ambiente ha pubblicato un corposo dossier da cui si desume che per il 5G è necessario procedere come per qualsiasi nuovo farmaco che venga ammesso dopo una seria sperimentazione che certifichi l’innocuità o, comunque, evidenzi quali siano i rischi per la salute”. Evidenziato quanto sopra Rocca invita gli organismi istituzionali ” a voler adottare delibere ed azioni concrete per fermare l’installazione di antenne per la diffusione del 5G su tutto il territorio di competenza in attesa dei riscontri della sperimentazione”.