Aristide Bava
SIDERNO – È stato presentato a Mammola, nel corso di un evento culturale organizzato in concomitanza con la settimana della festa patronale il libro “Parole e simboli di memorie” di M. Caterina Mammola, scrittrice nativa di quella cittadina ma da anni trapiantata a Siderno. I lavori sono stati introdotti dal sindaco Stefano Raschellà che nel porgere i saluti dell’ Amministrazione comunale , ha espresso parole di stima e sentimenti d’amicizia per la Mammola, specialmente per le ricerche fatte e pubblicate sulla storia del paese in cui è nata e di cui porta il cognome. La manifestazione ha avuto come moderatrice la prof.ssa Chiara Ferraro, che ha tracciato un breve profilo dell’autrice e le principali caratteristiche del libro in oggetto. L’impegno di critica letteraria è stato affidato alla prof.ssa Lucia Licciardello, docente presso il Liceo Classico di Locri che nella sua relazione ha focalizzato i punti essenziali del testo della scrittrice, che ha trovato avvincente, anticonvenzionale, vario negli argomenti Attraverso i titoli dei 35 capitoli, ha tracciato struttura e valore della trattazione, rilevandone l’efficacia del linguaggio definito ” semplice, chiaro, piacevole e spesso autoironico”. poi è stata la stessa Caterina Mammola che ha espresso alcune significative considerazioni auspicando che le nuove generazioni continuino a “studiare” e apprezzare le opera scritte Si è anche soffermata sulla spiritualità e la speulazione filosofica delal gente di Calabria ricordando il legame che corre da Gioacchino da Fiore a Telesio e Campanella, e anche a Giuseppe Antonio Albanese, filosofo e patriota del Risorgimento, cittadino di Mammola. Un discorso ripreso da Vincenzo Tavernese, che ha voluto evidenziare la “maturità” di Caterina Mammola , che non proviene soltanto dall’età cronologica, ma soprattutto dalle idee strutturate con un certo ordine e con una razionalità adeguata agli argomenti affrontati. Ha commentato anche il titolo di copertina, soffermandosi sui plurali del lessico usato: parole, simboli, memorie. Un insieme vario del quotidiano che scorre tra le righe, tra ricordi personali e fatti reali legati agli argomenti trattati. Quindi Pino Agostino ha affrontato il tema della “gelosia”, riprendendo un fatto accaduto a Mammola ( un noto uxoricidio) per parlare del delitto d’onore legalmente riconosciuto a quei tempi. A cornice degli interventi un dialogo a più voci tra il pubblico e l’autrice che ha puntualizzato, in maniera particolare, uno degli obiettivi della sua opera ovvero la visione al femminile della realtà. Le conclusioni sono state affidate a Chiara Ferraro che non ha mancato di esprimere le sue considerazioni positive per lo scritto di Carerina Mammola che ha invitato a continuare a operare nelle sue ricerche storiche. L’evento culturale si è svolto nella sala della Canonica, presso il Lungofiume Apollinare Agresta.
nella foto – Raschellà,Agostino, Ferraro, Mammola, Tavernese