Aristide Bava
SIDERNO – Se c’è una cosa peggiore del verificarsi di un problema, probabilmente è la rassegnazione nel ritenere che il problema di possa risolvere. E, secondo il Comitato “ Difendiamo l’Ospedale” presieduto da Bruna Eugenia Filippone, nel settore delal sanità, nella Locride, “ sembra, ormai, essersi diffuso il virus dell’indifferenza e della rassegnazione, del quale anche altri settori non sono di certo immuni” . Per quanto riguarda la Salute – aggiunge la Filippone – questo è molto grave perchè fa venire meno la fiducia e la convinzione che le cose non possono cambiare. Le difficoltà di accesso alle cure, è esperienza quotidiana di ogni cittadino che, con grandi difficoltà , cerca di trovare una soluzione ai propri problemi. Pronto soccorso dell’unica struttura ospedaliera intasato, dove si è obbligati a molte ore di attesa prima di avere una diagnosi o il risultato di un esame di laboratorio o l’esito di un referto. Se si ha la sfortuna di sentirsi male nei giorni prefestivi o festivi, tutto diventa molto più complicato, anche per l’accesso ai servizi di assistenza primaria”. La Sanità pubblica nel nostro territorio – secondo l’impietosa analisi di Bruna Filippone – si è complessivamente indebolita, nell’ indifferenza di chi gestisce e di chi amministra. Le responsabilità sono di certo molte e diffuse, ma a queste oggi si aggiunge anche l’atteggiamento di rassegnazione da parte dei cittadini. Al massimo, dopo una momentanea indignazione per episodi particolarmente gravi, tutto ritorna come prima, tanto ” tutto è inutile”, purtroppo ” non cambia mai niente”. Eppure gli strumenti democratici per ribellarsi a questo stato di cose ci sarebbero, primo fra tutti la voce unitaria dei nostri Sindaci e dei nostri Rappresentati regionali “. Dopo aver ribadito che il territorio della Locride sembra rassegnato alle disuguaglianze aggiunge che Come Comitato civico, anche se perfettamente consapevoli dei nostri limiti, si è scelto di non restare in silenzio. “Con spirito collaborativo, abbiamo sempre cercato di tenere alta l’attenzione sulle criticità più evidenti, a difesa del diritto alla salute dei cittadini ed anche della professionalità e della sicurezza degli stessi operatori sanitari. Siamo sempre entrati nel merito delle criticità , facendo precisi riferimenti su carenze di organici e di attrezzature, su aspetti organizzativi che obbligano i cittadini a rivolgersi al privato, quando ovviamente sono nelle condizioni economiche di poterlo fare, sui ritardi inaccettabili delle ristrutturazioni edilizie. Assieme ad altri Comitati ed Associazioni abbiamo chiesto con forza che si affrontasse il problema della riorganizzazione complessiva del sistema sanitario, alla luce dei nuovi scenari sanitari ed epidemiologici, e , in particolare, della Casa della Salute di Siderno, oggi Casa di Comunità , delle cure primarie territoriali, della continuità assistenziale, dell’ integrazione ospedale – territorio”. Fatto riferimento anche alla difficoltà di reperire personale sanitario disposto ad operare nelle nostre strutture, tutte ormai in condizioni di organico ridotto Bruna Filippone aggiunge che “Per poter dare una svolta, servirebbe, prima di tutto, prendere atto delle criticità esistenti, senza nascondere la realtà e senza cercare di stendere sopra, come spesso accade, cortine fumogene. Siamo stati – aggiunge – come cittadini facenti parte di un Comitato civico, rispettosi, fiduciosi, consapevoli del fatto che per cambiare le cose ci vuole del tempo. Purtroppo, dopo la pandemia, la situazione non è cambiata o è cambiata molto poco, anzi, in alcuni settori importanti, come Cardiologia, Gastroenterologia, Urologia è addirittura peggiorata”. Dagli ultimi dati ufficiali presenti sul sito dell’ ASP di Reggio Calabria, aggiunge la presidente del Comitato , riferiti al mese di maggio 2024, i tempi medi di attesa per le prestazioni ambulatoriali, riferiti a tutti i codici di priorità (breve, differibile, programmata), sono inaccettabili e, soprattutto, se confrontati con i dati dei mesi precedenti, sono anche peggiorati. “E’ difficile comprendere perchè sia così difficile prenotare, tramite CUP, una visita specialistica o un esame strumentale nelle nostre strutture, ospedaliere e territoriali, costringendo i cittadini a spostarsi presso altre strutture. Da tempo, sono numerosi i cittadini della Locride, soprattutto quelli con redditi bassi o medio-bassi, che hanno rinunciato alle cure per motivi di costo, di distanza o di liste di attesa troppo lunghe. Continuiamo a ricevere segnalazione da parte dei cittadini di disservizi per i quali servirebbe, talvolta, anche solo ascolto da parte di chi ha responsabilità dirigenziali “. Nella parte conclusiva del documento la precisazione che “ Il Comitato civico “Difendiamo l’ Ospedale” non vuole arrendersi e continuerà a lottare, consapevole che la partecipazione diretta dei cittadini rappresenti lo strumento più efficace per risvegliare le coscienze e dare concreta realizzazione ad un diritto costituzionale che, nella nostra realtà , continua a rimanere solo sulla carta”.