Aristide Bava
SIDERNO – Oggi martedi 30 giugno l’ Università della Calabria, in collaborazione con la Regione e il Ministero dei Beni culturali hanno organizzato ( ore 18) un interessante incontro, presso il Parco Archeologico della Villa, per la presentazione di un programma di restauro dei mosaici, con la partecipazione di numerosi esperti e dello stesso assessore regionale alla cultura Antonino Sperlì. Ricordiamo che recentemente nel corso dell’incontro organizzato a Siderno da Klaus Davi per mettere a fuoco la necessità di promuovere il “brand Calabria” e con esso, piu’ specificatamente il territorio della Locride il massmediologo ha anche illustrato i risultati di una ricerca fatta su un vasto campione di italiani ( 52% donne e 48% uomini) di varie fasce d’età. Tra le domande fatte quale erano le “meraviglie” della Calabria di cui l’intervistato aveva sentito parlare. A sorpresa ( ma non tanto…) l’unica “meraviglia” menzionata della fascia ionica reggina è stata la Villa Romana di Contrada Palazzi di Casignana che ha collezionato un buon 16% . Le altre indicazioni sono state L’ Arcomagno di San Nicola Arcella (11%), il Sito Archeologico di Capo Colonna (18%), Scilla col suo villaggio dei pescatori e il Castello Ruffo ( 24%) e Tropea con le sue incantevoli spiagge (31%) “Io scelgo Calabria”, La villa romana di Casignana, dunque, come ripetiamo da anni, resta un sito molto appetibile per i forestieri che andrebbe comunque ulteriormente promosso e valorizzato e ci piace ricordare che fa anche parte, quest’anno, dei concorso attivato dal Fai ” I luoghi del cuore” con l’invito ai cittadini della Locride di votarla( c’è tempo fino al 15 dicembre) per far crescere la sua conoscenza vista la risonanza nazionale ed internazionale che si porta appresso l’iniziativa del Fondo Ambiente Italiano. D’altra parte, ricordiamolo, seppure in maniera sintetica, la Villa Romana di Contrada Palazzi di Casignana è un autentico gioiello, che sorge a pochi passi dalle acque del mare Jonio . Viene indicata come uno dei più grandi complessi di mosaici pavimentali del sud Italia, probabilmente secondo soltanto a quello di Piazza Armerina. Sono proprio i mosaici di squisita fattura a caratterizzarla e ad attrarre di più l’attenzione, anche se in realtà c’è un intero complesso di edifici ben conservati anche se non ancora del tutto portati alla luce, a fare di questo sito un potenziale parco archeologico di altissimo valore internazionale. Il complesso è tagliato in due parti dalla strada Statale 106 cosa che in qualche modo impedisce che si possa apprezzare al meglio tutta la sua complessità. La zona a monte della strada è conservata in maniera ottimale mentre, purtroppo, la parte più vicina al mare è stata interessata da fenomeni di erosione accentuati dalla salinità. Questo importante sito è stato scoperto negli anni 60?, durante i lavori per la realizzazione di un acquedotto. Le indagini successive, e lo scavo sistematico dell’area, portarono alla luce due complessi termali ben conservati, alcuni ambienti di servizio e un’area residenziale. A colpire gli studiosi furono fin da subito i pavimenti mosaicati di altissima qualità tecnica ed estetica, le pareti rivestite in marmo e i resti di volte ricoperti da pasta vitrea azzurra. La ricchezza dei resti portati alla luce fece subito intuire che si trattava di un ritrovamento di eccezionale valore, anche se occorsero molti anni perché questa meraviglia cominciasse ad essere valorizzata debitamente. E, per la verità ancora c’è molto da scoprire , perchè gli esperti ritengono che è uno dei siti archeologici più interessanti del Sud Italia e potrebbe regalare all’umanità molte altre sorprese.