Aristide Bava
SIDERNO – E’ in corso di attuazione, anche in Calabria, una riforma che prevede un modello di Consorzio unico, che secondo gli intendimenti dovrebbe essere “snello, funzionale, efficiente e sostenibile” , capace di contemperare la giurisprudenza in materia, e ispirato alle buone pratiche attuate in altre regioni. Soprattutto conformato , secondo le nuove aspirazioni politiche alle esigenze ed alle peculiarità della nostra agricoltura e dei nostri territori. Di questa ipotesi si è già discusso durante incontri promossi dall’Assessore Gianluca Gallo con le associazioni di categoria. A Francesco Macrì presidente del Gal Terre Locridee ma, in questo caso più direttamente interessato come presidente regionale di Copagri (Confederazione di produttori agricoli ) è dell’opiniome, però che, seppure il sistema dei Consorzi di Bonifica ” va modificato, corretto, aggiornato, non è d’accordo sul Consorzio unico. “Gli agricoltori – precisa in un comunicato stampa – chiedono: servizi efficienti, ricevere l’acqua per produrre cibo sano pagandola ad un prezzo giusto, partecipare alla manutenzione e alla salvaguardia del proprio territorio e dell’ambiente in cui lavorano e vivono. Mantenere la propria identità”. Ecco, quindi, un appello a Istituzioni in primis, Organizzazioni Agricole, tutte, Sindacati dei lavoratori tutti, per scegliere insieme il miglior modello organizzativo.”Un modello partecipato, capace di mantenere i sani principi della Collegialità, della Trasparenza amministrativa, della Legalità, dell’Efficienza e della Sostenibilità. Certamente -dice Macrì – se le Organizzazioni Sindacali organizzano un convegno dove si usa la parola “insieme” e poi si fanno scelte discriminatorie nei confronti di una grande confederazione agricola come la Copagri, presente nel CNEL ed in tutti i tavoli regionali, forse un problema c’è. E il problema c’è”. Secondo Francesco Macrì il problema è figlio ” dei tanti anni in cui non ci siamo parlati, non c’è stato dialogo, non ci siamo mai interrogati sulle cose giuste e opportune che dovevano servire ad una agricoltura moderna e globale che è cambiata in modo vertiginoso in questo ultimo decennio”. Quindi ribadisce che “non è d’accordo sul consorzio unico” e che resta “fortemente convinto che bisogna cercare una forma di autogoverno dei produttori agricoli che risponda alle esigenze della produttività e che salvaguardi l’ambiente e l’acqua come bene comune”.
nella foto Francesco Macrì