Aristide Bava
SIDERNO – “Sono “disarmanti” le motivazione addotte (avere tempo per organizzarsi; interventi strutturali; fornitura di banchi monoposto), come se non sapessimo da mesi cosa fare e quali interventi operare per consentire ai nostri ragazzi di rientrare a scuola”. Così il Dirigente scolastico dell’ Istituto comprensivo “Bello-Pedullà-Agnana”, Vito Pirruccio, che è anche presidente dell’Associazione Museo della Scuola “I Care!” di Siderno . In una sua nota Pirruccio afferma
“Mentre le altre Regioni (tranne la Puglia) avvertono la necessità responsabilmente di iniziare il 14 settembre come da decreto del M.I., la Calabria (ultima nelle prove INVALSI; ultima per capacità di inclusione; al primo posto per tassi di dispersione; ecc.) si presenta candidamente all’opinione pubblica nazionale con l’ennesimo bigliettino da visita del ritardo e della vacanza prolungata! Senza contare – aggiunge Vito Pirruccio – che agli striminziti 202 giorni di scuola andranno tolti, nei Comuni in cui si voterà per il rinnovo delle amministrazioni locali, altri 3 giorni di scuola (6 giorni nei Comuni soggetti a ballottaggio) facendo, così, scendere la quota sotto la soglia minima dei 200 giorni richiesta dalla normativa vigente. E mettiamo già in conto le “inevitabili” chiusure per allerta meteo divenute, ormai, un classico della nostra proverbiale cultura della prevenzione dei rischi”. Poi il Dirigente scolastico sidernese ricorda per sommi capi che ” la scuola italiana ha chiuso nei periodi critici della nostra storia nazionale: dal 7 al 18 gennaio 1942 per risparmiare carbone necessario allo sforzo bellico, ma con “recupero nei mesi più caldi”; nell’inverno del 1943 sempre per la scarsità di carbone, questa volta senza recupero delle lezioni perse durante l’anno, ma nel mese di febbraio 1943 gli alunni rientrarono in classe normalmente; nell’ultimo anno scolastico di guerra le scuole ripresero normalmente, tranne nelle città sottoposte a bombardamento. Anche noi siamo alle prese con un nemico “da guerra”, ma le nostre armi, mi pare, siano il pressapochismo e la superficialità”. Non manca la riflessione finale ” di questo passo, l’orizzonte mi appare a tinte fosche! ”