LOCRIDE – LA SANITA’ FERMA AL PALO

Aristide Bava
SIDERNO – Il tempo passa, il Covid fa ancora paura ma la sanità della Locride è ancora ferma al paolo malgrado i tanti annunci che hanno caratterizzato i mesi passati. E sono in molti a chiedersi che succederà se veramente il “ritorno” del virus arriverà a propagarsi anche su questo territorio. Il tutto malgrado nessuno abbia chiesto la luna ma piu’ semplicemente la possibilità di sfruttare al meglio quanto già esiste e di attivare quanto è stato promesso. I medici dell’ Ospedale di Locri, anzi, fanno riferimento addirittura all’ Atto aziendale dell’ ASP di Reggio Calabria, approvato con DCA n. 57 del 29.03.2017 chew nella sostanza recita che l’obiettivo deve mirare a far sì che la struttura ospedaliera di Locri sia messa nelle condizioni di operare sulla base di quanto prevede questo strumento che disciplina l’organizzazione ed il funzionamento dell’ Azienda, i compiti ed i livelli di responsabilità dei suoi dirigenti, nonchè le correlazioni fra le strutture stesse, sulla base di quelli che sono gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera (Legge 70/2015). Con quali proposte ? Semplice. Si chiede dio utilizzare prima di tutto, i fondi già stanziati, pari a circa 14 milioni dell’ ex art. 20 L. 67/88, destinati alla ristrutturazione e messa a norma del presidio ospedaliero di Locri. Cosa che non sta avvenendo. E, poi, sul piano sanitario è necessario superare la lentezza procedurale amministrativa per garantire le risorse umane previste dal Piano delle assunzioni; ciò anche per rendere operative alcune tecnologie già acquisite da tempo, come la risonanza magnetica, e per acquisirne delle nuove, sia per l’ospedale sia per il territorio, per le quali sono disponibili finanziamenti vincolati (Legge n. 60 del 25 giugno 2019). Interventi, dunque, che non hanno nulla di straordinario e che consentirebbero, da subito, di migliorare la qualità dell’assistenza offerta e di recuperare, in tempi brevi anche una buona fetta della spesa sanitaria legata alla migrazione verso le altre strutture del centro-nord .Tutto sommato, in defintiva si chiede di “normalizzare” una situazione che al momento presenta un Ospedale per acuti non adeguato al ruolo di ospedale spoke che, invece, l’organizzazione della rete ospedaliera gli assegna, un numero di posti letto attivati molto al di sotto di quelli previsti, con scarsità di risorse umane e tecnologiche e con una strana caratteristica di “provvisorietà” nella maggior parte dei livelli di responsabilità dei suoi dirigenti. Poi c’è da risolvere il problema della Casa della salute di Siderno, anche questa promessa da anni, finanziata e sempre in attesa che qualcuno si ricordi che deve essere realizzata. A completare il quadro la necessità di decidere che ruolo dare all’ Ospedale di Gerace , realizzato e mai entrato in funzione. Nella sostanza mancano le decisioni. Ma chi le deve prendere ? Sul territorio è chiaro che diventa sempre più indispensabile ed urgente, e non più procrastinabile, per la Sanità della Locride , cercare di uscire dalla fase di continua emergenza che la caratterizza e dare avvio ad una nuova fase progettuale che, partendo proprio da proposte concrete e fattibili, possa, anche in prospettiva, sia dal punto di vista strutturale che dal punto di vista funzionale, sanare le ormai croniche criticità del territorio. E, ripetiamo, non si sta chiedendo la luna, ma solo la realizzazione di cose già ampiamente discusse , approvate e molte delle quali anche finanziate.

nella foto L’ex Ospedale di Siderno dove dovrebbe sorgere la Casa della salute