Aristide Bava
SIDERNO – Una delle poche grandi forze della Calabria è sempre stata, non solo in passato ma anche in epoca piu’ recente, la capacità di raccontare che hanno avuto, ed hanno, i suoi scrittori, sempre capaci di trarre il meglio da quella “calabresità” che troppo spesso è sottovalutata. E, spesso,anche gli autori piu’ noti ad ogni livello valgono molto meno delle “nostre” firme. E’ questa la considerazione che ha fatto scattare in Bruno Chinè, autorevole uomo di cultura della Locride, originario di Ardore e trapiantato a Bovalino, che ha curato nel recente passato molti saggi legati soprattutto ad autori meridionali e tra le altre cose ha avuto il merito di “riscoprire” la figura di Saverio Montalto autore di Ardore spesso accostato a Leonardo Sciascia, la sua voglia di “raccontare” alcuni scrittori calabresi. Lo ha fatto in un volume dal titolo ” La Calabria tra storia e letteratura” una galleria di artisti ritenuti minori ma che, poi, alla fine minori non sono visto che di questo elenco fanno parte anche, oltre a Mario La Cava, nomi che il loro posto al sole lo hanno avuto seppure in un ambito non internazionale. Ed ecco che nel suo saggio critico Bruno Chinè ci parla, oltre che dei già citati Mario La Cava e Saverio Montalto, di Gaudio Incorpora, Antonio Delfino, Camillo Costanzo, Nicola La Barbera, Mario Nirta, Franco Blefari, Antonio Tallura, Peppe Arena, Antonio Anile, Lorenzo Calogero, Francesco Cilea, Vincenzo Ammirà, Mario Careri, Don Luca Asprea, Francesco Perri, Antonio Martino e Domenico Piro. Lo fa con notevole arguzia, non solo e non tanto per parlare degli autori ma piuttosto per commentare , in maniera sintetica e leggibile , pezzi delle loro opere e fatti di cronaca ad essi collegati. Come, per citare solo alcuni esempi, la storia del rapimento della Persefone di Locri frutto di grandi studi e ricerche fatte dal compianto Gaudio Incorpora, oppure la “mala unità d’ Italia” evidenziata da Antonio Martino , la capacità di Francesco Cilea considerato l’ultimo maestro del Melodramma, o la vitalità di “narratore” di Francesco Perri. Saggi brevi ma densi di significato che si portano alla base anche la voglia di far conoscere meglio il passato di una Calabria diversa ma sempre tormentata dai suoi atavici problemi per far addentrare il lettore nelle sue radici e fargli scoprire molte note positive – che ci sono state e ci sono – forse anche con lo scopo recondito di dare stima e fiducia alle nuove generazioni. Uno scritto che va letto e va capito e che rende un doveroso omaggio a chi è scomparso ed ha amato questa terra e a chi c’è ancora e lotta ,anche con un semplice libro, per esaltarne le positività senza nascondere i suoi difetti. Il libro, appena edito ad Franco Pancallo Editore, sarà presentato al grande pubblico nel prossimo mese di ottobre.