Aristide Bava
SIDERNO – La problematica della chiusura della superstrada Ionio – Tirreno assume sempre piu’ rilevanza sociale e c’è. chi, come Ilario Ammendolia, già sindaco di Caulonia e già presidente del Comitato dei sindaci della Locride, chiede che sia istituito un tavolo di concertazione con il Governo per affrontare i problemi del territorio. Anche in virtù di un vecchio impegno a suo tempo preso dalla Ministra Cancellieri. Ammendolia lo fa con una lettera aperta indirizzata alla presidenza dei sindaci nella quale mette a fuoco la delicata situazione oggi esistente nella Locride. ” Credo – scrive – non ci sia alcun luogo al mondo in cui, in anni diversi, si sia concepita, progettata, finanziata e appaltata la messa in sicurezza di tre chilometri di galleria programmando una chiusura di due anni d’una arteria stradale vitale per la Locride ma importante per la Calabria intera. Il tutto senza informare i cittadini del Territorio e senza discutere con le Istituzioni. Ovviamente come tutti auspico l’assoluta sicurezza dei viaggiatori e non ho alcuna pretesa di dare risposte tecniche al problema e tuttavia sono sicuro che queste ci siano”. fatte precise considerazioni sulla vicenda pone il problema della “credibilità dello “Stato” , in tutte le sue articolazioni, soprattutto in Calabria. “Se è vero com’è vero che la Locride è diventata un territorio “difficile” – dice -, e non per propria colpa, è altrettanto vero che una frustata in faccia come la chiusura della Limina, potrebbe essere la classica goccia che fa traboccare il vaso”. Affermato che “non è accettabile che la men che mediocre classe dirigente tratti i cittadini della Locride e della Calabria tutta come massa inerte, priva di intelligenza e di dignità” aggiunge una disanima che diventa impietosa, e si sofferma sugli altri grossi problemi del territorio. ” La chiusura della Limina arriva dopo il disastro della sanità, la distruzione delle ferrovie, la proposta infame di autonomia differenziata, il fallimento nella gestione del PNRR, la crisi della Giustizia, l’abbandono della diga sul Lordo . E soprattutto arriva dopo aver annullato ogni protagonismo democratico dei cittadini della Locride e ogni credibilità delle Istituzioni in Calabria”. Ricorda che la strada Jonio – Tirreno è stato frutto di dure lotte passate e fa riferimento alla metà degli anni 60 “quando i cittadini della Locride si riunirono in massa a Marina di Gioiosa occupando lo spazio tra il torrente Torbido e il Lordo con una sola rivendicazione :la strada Jonio- Tirreno. La spinta dal basso – precisa -si coniugo’ alle varie sensibilità politiche presenti nelle Istituzioni. La strada si fece malgrado i mille problemi che ci furono e furono superati perché la forza dei cittadini era diventata forza delle Istituzioni”. Quindi aggiunge che nel 2010,”dopo il delitto Fortugno e dopo i fatti di Duisburg” ci fu il “progetto d’urto della Locride” che ha portato, soprattutto dopo le intimidazioni alla sindaca Lanzetta, all’approvazione del “Protocollo della legalità” (il nome fu scelto dal Ministero dell’ Interno) e precisa che “In occasione della firma del documento da parte della Ministra Cancellieri (venuta appositamente a Locri)sono stati solennemente assunti una serie di impegni tra cui, il più importante, la costituzione di un Tavolo di concertazione semestrale presso il Ministero dell’interno per esaminare con gli altri ministeri, la Regione, la Provincia e tutti gli enti ricadenti sul nostro territorio l’attuazione degli impegni presi e sottoscritti. “Fu un momento alto- dice – e, sinceramente non ho mai capito perché da parte dell’associazione dei Comuni si sia fatto decadere tale tavolo. Da lì comunque sarebbe necessario ripartire “. Quindi la proposta concreta . ” Un tavolo di concertazione sulla Limina a Roma e la richiesta di renderlo permanente. Solo così ognuno finirà di recitare a soggetto. Probabilmente a Roma saranno sordi (lo sono da secoli) e e allora oggi come mezzo secolo fa sarà necessario chiamare e richiamare all’impegno democratico i cittadini, le associazioni, i partiti, i sindacati. La Chiesa. Oggi come negli anni scorsi la nostra “barricata” ideale dovrà essere la Costituzione. I cittadini della Locride, della Piana e delle altre zone interessate non dovranno mobilitarsi per una giornata ma per il tempo che sarà necessario. Non dovrà essere una lotta generica e lamentosa ma con obiettivi e scadenze sottoscritte e precise. Siamo ancora in tempo? Si, lo siamo. Comunque – conclude Ammendolia – non possiamo arrenderci senza combattere”.
Nella foto la Ionio-Tirreno strada indispensabile per le due sponde della provincia reggina