LOCRIDE – INTERVISTA AL SEGRETARIO NAZIONALE DELLA CISL, LUIGI SBARRA

di Aristide Bava
Luigi Sbarra, segretario nazionale della Cisl, calabrese di Pazzano, centro della Locride, ha ufficializzato che, a breve, lascerà il suo incarico indicando, per la sua successore Daniela Fumarola, oggi segretaria generale aggiunta. Sbarra, che compirà i 65 anni il 20 febbraio, aveva iniziato il suo mandato il 3 marzo del 2021 subentrando ad Anna Maria Furlan. Lo abbiamo incontrato per tacciare un bilancio della sua segreteria e individuare percorsi e prospettive che riguardano il Paese, il meridione, il ruolo del sindacato e il suo stesso futuro.
D. A distanza di quasi 4 anni alla guida della CISL e’ doveroso un consuntivo. Quali sono le iniziative che ricorda con maggiore piacere e quali sono le soddisfazioni più grandi che ascrive al suo mandato?
R. Sono stati anni intensi e difficili, attraversati da una pandemia globale, la guerra in Ucraina , crisi energetiche e alta inflazione, transizioni epocali e tensioni internazionali. In questo contesto, la CISL ha saputo mantenere unità, autorevolezza, credibilità. Abbiamo saputo esprimere protagonismo nel ruolo di sindacato riformista e contrattualista, distante da derive populiste e antagoniste e valorizzato il dialogo sociale quale strumento per ottenere risultati concreti. Penso alle due grandi mobilitazioni nazionali, le “Piazze della Responsabilità”, con cui abbiamo portato avanti battaglie per il taglio del cuneo fiscale, la sicurezza sul lavoro, il rinnovo dei contratti, la difesa dell’autonomia della contrattazione e delle relazioni industriali. Tra le soddisfazioni più grandi c’è sicuramente la campagna nazionale relativa alla Legge sulla Partecipazione, che ha raccolto 400mila adesioni e tanto consenso da parte di esperti, professori e intellettuali. Fiore all’occhiello è l’approvazione in Manovra di un emendamento che istituisce un Fondo da 72 milioni per finanziare questo progetto. Un passo storico verso la democrazia economica, che rafforza l’idea di un sindacato moderno e innovativo.
D. Negli ultimi tempi la CISL si è dissociata da iniziative adottate dagli altri sindacati dimostrando autorevolezza e responsabilità. Come è nata questa diversificazio ?R. La CISL ha sempre rifiutato la logica del muro contro muro e dell’antagonismo sterile. Abbiamo scelto la via del confronto e della contrattazione, mantenendo autonomia e responsabilità, senza per questo archiviare il conflitto, che resta una modalità operativa essenziale quando il dialogo sociale si rompe. Gli scioperi di categoria non sono mancati, ma sempre su questioni di merito e stando ben attenti a non trasformare battaglie sindacali in mobilitazioni contro questo o quel governo. Questa scelta ci ha permesso di ottenere risultati concreti per lavoratori e pensionati, rafforzando la credibilità della CISL come interlocutore serio, autonomo, intransigente nella dialettica politica nazionale ed europea. La più grande soddisfazione è stata rilevare come i lavoratori abbiano compreso e aderito a questa impostazione. Negli ultimi 4 anni gli iscritti sono cresciuti di oltre 150mila unità nella componente attiva sia pubblica che privata.
D. Quali sono, a suo avviso, le necessità più impellenti del nostro Paese e cosa si dovrebbe fare per migliorare la situazione soprattutto nelle zone meridionali come la Calabria e la Sicilia che continuano a soffrire una sorta di atavica emarginazione?
R. Il Paese ha bisogno di un grande Accordo sociale che metta in linea, ad ogni livello, istituzioni e parti sociali su obiettivi strategici condivisi. Vuol dire progettare mettendo a fattore comune risorse nazionali ed europee, orientando gli investimenti su priorità individuate da Patti territoriali ben organici a una visione nazionale partecipata. In questa chiave vanno condotte in porto alcune riforme attese da lungo tempo: politiche attive, il più grande investimento di sempre su formazione e competenze, una nuova politica energetica e industriale, un buon governo delle transizioni tecnologiche e dell’intelligenza artificiale. E ancora: maggiori dotazioni sulla sanità nazionale e di prossimità, infrastrutture materiali e sociali, riforma del fisco e della previdenza, supporto alla famiglia e alla non autosufficienza, contrasto della povertà e della criminalità. Centrale dovrà essere l’evoluzione delle relazioni industriali e sociali su modelli di democrazia economica e partecipazione in modo da aggiornare le tutele e l’organizzazione del lavoro incrementando la produttività e redistribuendola su buste paga più pesanti e orari di lavoro più leggeri. Ce n’è abbastanza per costruire insieme un nuovo Contratto sociale, che veda nel Mezzogiorno il più grande giacimento di crescita e coesione non solo per l’Italia, ma per la stessa Europa.
D. La Cisl si è sempre espressa a favore della realizzazione del ponte sullo Stretto. Un’opera che sembra oggi come mai nelle priorità del Governo.
R. Abbiamo sempre sostenuto che il Ponte sullo Stretto sia un’opera strategica, a patto certo di inserirla all’interno di una visione complessiva di riscatto e di sviluppo meridionalista. Il ponte rappresenta una sfida di integrazione europea,  soprattutto in una fase in cui il Mezzogiorno si gioca l’opportunità di diventare un crocevia energetico, industriale e commerciale comunitario. Deve essere un amplificatore e un acceleratore di opportunità di occupazione . Significa guardare a una strategia organica che preveda di portare a compimento l’alta velocità, riallineare a standard europei strade, ferrovie, autostrade, come pure banda larga, portualità, acquedotti, infrastrutture di governo e risanamento idrogeologico. In questo contesto l’infrastruttura non solo migliorerebbe i collegamenti interni, ma faciliterebbe anche il commercio e i trasporti tra l’Europa e il Mediterraneo, posizionando il Sud Italia come un nodo strategico nelle reti di trasporto europee.
D. A suo avviso esiste ancora la questione meridionale?
R. Esiste eccome. Solo che oggi non è più solo una questione nazionale, ma anche e direi soprattutto europea. Deve essere affrontata con politiche industriali, energetiche e sociali adeguate, partendo dalla risorsa più importante: il lavoro dignitoso, produttivo, stabile, ben retribuito, formato e contrattualizzato. Occorre consolidare gli strumenti di fiscalità di sviluppo per attrarre investitori locali e nazionali . Va assicurata una svolta sugli investimenti pubblici e privati per spezzare quelle diseconomie di sistema che rendono troppo rischioso investire al Sud. Abbiamo davanti a noi opportunità formidabili : le risorse del Pnrr , i fondi di coesione , le Zes unica finanziata con 2,2 miliardi per il 2025, la mini- decontribuzione ,i fondi comunitari, gli incentivi alle assunzioni di giovani e donne . Occorre investire di più su Infrastrutture e Trasporti ,Sanità , Scuola , Pubblica Amministrazione, Pmi, Ambiente, Cultura,Politiche Sociali . Dobbiamo operare perché il moltiplicarsi dei commerci marittimi e i processi di convergenza euro-mediterranei possano essere per il Sud una opportunità formidabile che può sviluppare le potenzialità della sua rete produttiva, della sua portualità e intermodalità. Sono da promuovere le riconversioni alle fonti rinnovabili e alle economie circolari, incrociando la modernizzazione ecologica dei sistemi produttivi e industriali con le vocazioni di territori ad alta qualità ambientale e culturale. Per tagliare questi obiettivi dobbiamo promuovere patti territoriali per la legalità e lo sviluppo che diano certezza ai cronoprogrammi monitorando qualità e quantità di spesa. Il Sud può essere più di una semplice e passiva “piattaforma logistica”. Può e deve diventare un hub industriale, energetico e commerciale vivo e dinamico.
D. Come vede il futuro della CISL che sulla base delle sue indicazioni dovrebbe tornare ad essere guidata da una donna?
R. Vedo per la CISL un futuro solido, dinamico e radicato nei valori che l’hanno sempre caratterizzata: autonomia, partecipazione e responsabilità sociale. Una CISL sempre più inclusiva e innovativa, capace di rispondere alle sfide di un mondo del lavoro in continua evoluzione, con pragmatismo e visione. Sono convinto che l’attuale Segretaria Generale Aggiunta, Daniela Fumarola, abbia tutte le qualità per guidare la CISL nei prossimi anni. Ha dimostrato competenza, esperienza e un esemplare capacità di leggere e governare la complessità. È una donna di grande valore umano e sindacale, autonoma nei giudizi, determinata nelle azioni e radicata nei principi della contrattazione e della partecipazione. Ovviamente sarà il Consiglio Generale a esprimersi, ma il mio auspicio è che la CISL possa continuare il suo cammino di crescita e consolidamento sotto una guida autorevole e innovativa, mantenendo salda la sua missione: rappresentare con forza e credibilità i bisogni di lavoratori, pensionati e famiglie, senza mai cedere a tentazioni populiste o demagogiche.
D. Cosa c’è, per concludere, nel futuro di Luigi Sbarra?
R. Intanto, direi, più spazio per la famiglia e qualche passeggiata che mi sono sempre negato in questi 41 anni di impegno sociale ai diversi livelli . Dopo tanto tempo vissuto dedicando ogni ora al sindacato, guardo al futuro con serenità e gratitudine. È stato un privilegio guidare la CISL in un periodo così complesso, contribuendo a costruire risposte riformiste per lavoratori, pensionati e per il Paese. Continuerò a dare il mio contributo nelle forme possibili mantenendo viva la mia passione per il sociale e per i valori della coesione, della democrazia economica, della libertà e della giustizia sociale che da sempre animano la CISL. Questa grande organizzazione sarà sempre parte di me. E anche fuori dal mio ruolo cercherò di onorarne i principi e di sostenerne le battaglie per un Paese più giusto, partecipato, solidale.