Aristide Bava
SIDERNO – Si è tornato a parlare in questi giorni dell’annoso quanto necessario problema del prolungamento della nuova SS. 106 che, allo stato attuale, non garantisce il territorio della Locride, e non solo. Del delicato problema abbiamo parlato con Francesco Candia, già presidente del Comitato dei sindaci della Locride, che da gennaio 2020 è facente funzioni alla Presidenza di Anci Calabria e che da tempo sta seguendo ai massimi livelli, anche nazionali la situazione dei tratti meridionali e in particolare del nostro territorio. Sulla problematica della nuova ss106 si sta giocando una partita importante, soprattutto dopo le “aperture” del Governo sulla necessità di questa arteria che dovrebbe arrivare a Reggio Calabria. Qual’è il ruolo dell’ Anci ? Le ANCI del Sud hanno avuto modo di recente, in particolare in un incontro con il Ministro Provenzano svoltosi a Palazzo Chigi, di evidenziare che gli enti locali del Mezzogiorno confidano nella nuova programmazione del settennio europeo ed in quella dei fondi per la auspicata ripresa dal Covid perché, rifuggendo dalla tentazione ricorrente di produrre interventi a pioggia che risultano disorganici, si possa finalmente guardare a qualche opera strategica idonea ad incidere efficacemente nella modifica delle condizioni di vita delle proprie popolazioni. In tale quadro certamente per la Calabria, ma io credo si possa ritenere a livello interregionale, la SS 106 assume rilevanza prioritaria perché rappresenta la infrastruttura capace di sconvolgere in positivo le attuali restrizioni che mezzo territorio calabrese subisce sulla mobilità dei cittadini ed anche sull’accessibilità, quindi con effetti limitativi sul turismo e non solo. Lei ha avuto un ruolo importante nell’ Associazione dei sindaci della Locride. Come giustifica il grave ritardo di questa realizzazione sul nostro territorio e quali sono adesso le aspettative ? Penso che nel tempo abbiamo sbagliato a concentrarci solo sul mancato completamento delle tratte programmate e non realizzate. Avremmo dovuto da sempre credere nel nostro diritto di pretendere che lo Stato sancisse un obiettivo più grande: la Reggio-Taranto a 4 corsie. Perché altrove è possibile concepire la seconda e la terza autostrada e qui bisogna rinunciare anche alla prima? Dobbiamo ripartire da qui coinvolgendo tutti gli amministratori, le forze sindacali e professionali, la Regione e tutte le entità sociali e culturali. Quali sono le iniziative che si potrebbero prendere , sul territorio, per accellerare i tempi ?Ritengo che occorra solidarizzare con le realtà interessate all’intero percorso e non solo cercando di estendere la condivisione oltre i confini regionali. I benefici riguarderebbero l’intera Calabria ma anche la Basilicata e la Puglia e persino la Sicilia. Penso che l’azione vada esplicitata nell’ambito delle imminenti programmazioni, cogliendo i percorsi delle pianificazioni di spesa previste a livello nazionale e comunitario. Quali sono le prospettive per la Locride con la realizzazione di questa nuova strada ? La piccola esperienza della trasversale Jonio-Tirreno ci insegna che è possibile sentirsi più liberi e facilmente proiettati su altre realtà, quindi cittadini a pieno titolo, ma anche di cogliere l’opportunità di essere raggiunti più facilmente. Senza quella strada saremmo rimasti isolati da rapporti che anche a voler considerare solo i territori della Piana avrebbero visto morire quel poco di economia che si sviluppa quantomeno nella stagione estiva e con il turismo di prossimità. Disporre di una strada che ci renda raggiungibili entro due ore significa potersi offrire ad un bacino di popolazione di due milioni di abitanti. Se abbiamo presente tutto questo dobbiamo sentirci tutti in partita per andare avanti.