Aristide Bava
SIDERNO – Il Cenacolo della cultura e delle scienze della Locride , sotto la spinta del socio fondatore e principale sostenitore della sua nascita sul territorio, Luigi Mileto, ha deciso di accendere i riflettori su alcune delle figure più meritevoli che hanno dato il loro prezioso contributo sociale al territorio. L’obiettivo è di costruire una rete culturale fonte di conoscenza e di formazione scolastica, per stimolare i giovani della Locride. La struttura locridea, derivazione del ben noto Cenacolo della cultura di Pisa, nata proprio con l’obiettivo principale di stimolare i giovani in iniziative di alto livello culturale ed incrementare la ricerca scientifica ritiene, infatti, che alcuni personaggi del recente passato che si sono particolarmente distinti per la loro attività in campo sociale possano essere da stimolo alle nuove generazioni. Tra i personaggi che il “Cenacolo” porterà all’attenzione del grande pubblico la figura del dott. Salvatore Gemelli. Questo autorevole personaggio era nato ad Anoia Superiore il 7 settembre del 1939 e morì prematuramente a Locri il 17 marzo del 1988, all’età ancora non compiuta di 48 anni, sconfitto da un male incurabile. A Locri, percorse le varie tappe della sua carriera professionale ospedaliera, divenendo prima Aiuto Geriatra (1972) e, successivamente, Primario Geriatra (1980) presso l’ allora Ospedale “Filippo Fimognari” di Gerace. A suo tempo l’apertura e l’avvio di questo ospedale, nuovo soprattutto per l’impostazione riabilitativa della sua attività, videro protagonista,appunto, Salvatore Gemelli, molto attivo anche in campo sociale,che divenne presto autentico punto di riferimento della Locride. Si innamorò del territorio e principalmente della “sua” Gerace e scrisse anche molti libri i più noti dei quali sono Gerace paradiso d’ Europa, Un ospedale per la Locride, Così muoiono i vecchi, La Locride e Gerhald Rohlfs “una vita per l’ Italia dei dialetti”. Su Salvatore Gemelli lo stesso Luigi Mileto ha voluto tracciare un breve ma interessante profilo. “La cosa più semplice – scrive Luigi Mileto – che si può dire, ed insieme più vera, è che fu un grande personaggio del territorio locrideo. Un documento che forse lo può meglio individuare, è la presentazione della lettera, da lui scritta al pontefice Giovanni Paolo ll, in occasione della visita pastorale alla diocesi di Reggio Calabria. “L’Anima cristiana della Calabria ” La sua felicità era di stare vicino a chi non sembrava avere nei territori della Calabria, il diritto di cittadinanza. Nel 1966 fondò l’associazione per la ricerca scientifica A.R.S.I.O.S.. Il dr. Gemelli, era forte della convinzione che la vera, libertà, poteva trovarsi nella verità che non era un sistema di idee,ma un incontro con il Vangelo. Configurò, quindi, una necessaria prospettiva etica in cui il valore “uomo” veniva posto al centro dell’attività economica. Medico e scrittore, era capace di scavare nell’animo umano, cosa che arricchiva la sua professione di primario di geriatra all’ospedale “Filippo Fimognari” di Gerace. Le sue esperienze di vita lo stimolavano a raccogliere la sfida di mostrare che si puo accogliere e proporre il Vangelo, in una società, complicata e chiusa al cambiamento,qual’era la Calabria di allora. Concepiva la città come patrimonio dell’umanità e viveva uno stile di vita lontano dai pregiudizi, dove i valori della solidarietà e i gesti di misericordia erano indirizzati alle persone fragili. Salvatore gemelli ha lasciato una importante eredità: la voglia di ricompattare la società, accanto ai valori di dedizione. Un messaggio -conclude Luigi Mileto- a cui bisogna pensare seriamente se vogliamo parlare il linguaggio della dottrina sociale”. Il Cenacolo della cultura e delle scienze è composto da un folto gruppo di uomini di cultura della Locride ed ha già attivato sul territorio numerose iniziative di notevole impatto sociale. Appena la situazione pandemica lo consentirà riprenderà la sua attività e una delle prime iniziative sarà indirizzata proprio alla “riscoperta” dei personaggi, come Salvatore Gemelli, che hanno dato lustro al territorio.