Aristide Bava
SIDERNO – E’ tempo di affrontare adeguatamente la rivitalizzazione dei borghi antichi anche nella Locride. Il monito arriva da Umberto Panetta, architetto con la passione dei borghi antichi che, in una sua apprezzata relazione sviluppata in un convegno che si è tenuto a Bovalino superiore ha evidenziato che , ormai in molte regioni un numero sempe maggiori dio persone lasciano, finanche le città e si trasferiscono nei borghi dove trovano un’ottima qualità della vita, un costo più che ragionevole, e collegamenti, grazie alla tecnologia, che consentono di non essere isolati. Panetta precisa che “anche il modo di fare turismo sta cambiando: soggiorni più brevi, all’insegna del risparmio, ma soprattutto con il desiderio di entrare in contatto diretto con la storia, l’arte, la cultura e l’enogastronomia delle tante realtà locali di cui è ricco il nostro Paese. La Locride non fa eccezione. Anzi – afferma Panetta – accanto alle strutture ricettive tradizionali, si affermano sempre di più nuove forme di ospitalità attente alla rivalutazione dei territori e alla valorizzazione delle tipicità. “I borghi antichi – dice l’arch. Panetta – si prestano in maniera notevole a queste nuove possibilità e comincia a fare capolino anche nella Locride la filosofia del business innovativo del Paese Albergo o Albergo Diffuso, di una struttura cioè che mette a disposizione degli ospiti camere e/o appartamenti ubicati non nello stesso edificio, come nei classici alberghi, ma in immobili diversi, all’interno di un borgo. Un albergo diffuso che si sviluppa sul territorio, con un’unica reception che fa anche da “ufficio di promozione turistica” e dove, volendo, si può prevedere anche un bar e una sala ristorante che serve piatti tipici locali con ingredienti a chilometro zero. Per chi conosce bene il proprio territorio ed è alla ricerca di un’attività piacevole e dinamica, che può richiedere un impegno anche solo stagionale o non continuativo, aprire un Paese Albergo rappresenta un’opportunità di business di grande attualità e buoni guadagni. Gli alberghi diffusi sono un’innovazione in campo turistico e puntano su una caratteristica fondamentale del territorio italiano: i borghi le piccole e affascinanti realtà locali”. Questo è certamente l’aspetto positivo della nuova strategia turistica e potrebbe essere un toccasana per tanti piccoli borghi della Locride. Ma, nella Locride, c’è anche il rovescio della medaglia ovvero – precisa Panetta – *banali rifacimenti di facciate eseguite a muro liscio con l’abolizione di rilievi, cornicioni, paraste e altre eventuali decorazioni ed elementi architettonici, dall’indubbio pregio ambientale per non dire storico-architettonico ;*sostituzione dei tetti in coppo con tegole di vario genere oppure con coperture
piane; *sostituzione di stipiti e architravi lapidei o lignei con putrelle o travi in c.a.; *demolizione di portali lapidei per far posto a porte in alluminio anodizzato ; *ampliamento e creazione di balconi spropositatamente aggettanti sui vicoli ed a volte per la cui creazione sono stati orribilmente mutilati portali antichi e di pregevole fattura; *inserimento di intonaci plastici e cementizi con la presenza di colorazioni totalmente in contrasto con i colori tradizionali, creando delle situazioni che si possono ben definire come il classico “pugnu nta’ l’occhiu” . Una speci di vademecum, insomma. E’ giusto anche evidenziare alcuni dei problemi che caratterizzano i “centri storici minori” e non solo, quali : il deterioramento del patrimonio abitativo, il degrado ed incuria del patrimonio storico-artistico, l’impoverimento del tessuto produttivo, l’isolamento e lo spopolamento. E, quindi, dice Panetta “Il rischio che se si va avanti così, senza una politica rivolta alla sinergia di conservazione, tutela, valorizzazione che previene eventuali impatti negativi sulle realtà locali, è la perdita della memoria storica e del patrimonio che rende quel territorio unico nell’offerta”. Ecco allora che il rilancio dei borghi antichi e centri storici delle aree interne, deve passare dalla rivitalizzazione.”Non basta però – precisa Panetta – il mero recupero delle case, ma un vero progetto di ospitalità integrato nel territorio, nella sua cultura e nella sua comunità, la messa in rete sinergica di tutti i servizi e offerte turistiche culturali delle aree territoriali circostanti. Fare rete cooperare, e sperare che ognuno contribusc a far crescere il territorio, in sinergia tra il pubblico ed il privato, nella costruzione di un’efficace rete turistica di prossimità, costruita sulla fruizione del più autentico patrimonio identitario e sulla condivisione di emozioni esclusive da offrire all’ospite e negli eventi territoriali, non solo per i mesi estivi ma tutto l’anno” Il tutto con soluzioni ibride e dinamiche che oscillino tra tradizione e innovazione, tra digitale e contesto, che promuovono la sicurezza e l’unicità dei luoghi attraverso
eventi originali.