di Aristide Bava
Alla Borsa del Turismo Archeologico di Paestum, conclusasi domenica, dopo alcuni giorni di massiccia presenza di pubblico, sono state ampiamente messe in risalto le potenzialità della Calabria, e della Locride in particolare, in questo particolare settore che meriterebbe, soprattutto nel territorio Locrideo maggiore attenzione. A mettere a fuoco il grande patrimonio archeologico locrideo è stato, in particolare, Guido Mignolli, direttore del Gal Terre Locridee che, peraltro, nel parlare di innovazione, ha presentato un nuovo itinerario turistico che invita alla scoperta della nostra area ricca di storia e tesori archeologici con un obiettivo preciso: promuovere e far meglio conoscere le bellezze della Magna Grecia in uno con le testimonianze romane, per stimolare i turisti a venire a vedere le preziose tracce storiche del territorio e ricordare che Locri e la Locride ospitano siti archeologici di grande rilievo. Una proposta, quella di Mignolli, non certamente campata in aria e probabilmente anche scontata ma che, in questa occasione è suffragata da quel qualcosa in piuù che forse è mancato nel passato e che potrebbe d’ora innanzi fare la differenza. Ovvero il fatto che questa promozione di questo grande patrimonio esistente nella Locride può, e deve, trovare più forza per la loro valorizzazione attraverso un discorso “unitario” che interessi tutto il territorio. La proposta progettuale presentata dal Direttore del Gal, infatti, ha incluso visite guidate ai principali siti archeologici della zona e percorsi tematici pensati per coinvolgere turisti e cittadini. I “tesori” d’altra parte non mancano , dalla Villa Romana di Casignana al Naniglio di Gioiosa Jonica, agli scavi di Locri all’anfiteatro di Portigliola o allo stesso Museo di Monasterace , luoghi principali d’interesse più conosciuti ma non i soli presenti sul territorio perché in effetti la Locride può offrire un’offerta integrata di grande respiro che faccia vivere ai turisti un percorso generalizzato che non si limiti ad un singolo luogo ma offra una visione d’insieme del suo patrimonio storico. Lo ha ben spiegato Guido Mignolli e lo ha anche affermato l’ex senatore Franco Crinò, oggi vicesindaco di Casignana, da tempo impegnato per la valorizzazione della Villa Romana che, tra l’altro, ha annunciato prossimi interventi per unire in un “Percorso Romano” i siti di Casignana, Gioiosa Ionica e Sant’Ilario nella convinzione, ampiamente giustificata, a nostro avviso, che si può attirare un turismo sempre più ampio e diversificato, per fare della Locride una destinazione culturale di riferimento e nello stesso tempo-altro particolare da non sottovalutare- coinvolgere i cittadini, soprattutto i più giovani, “ a sviluppare una maggiore consapevolezza del proprio patrimonio culturale, coltivando così le radici di una crescita turistica che possa durare nel tempo”. D’altra parte Archeologia e turismo, da sempre costituiscono per molte zone del nostro Paese un importante binomio e un autentico toccasana per produrre economia in un settore, forse l’unico, che è rimasto trainante in un momento in cui la crisi è latente in molti altri settori. Ci siamo chiesti più volte perché in confronto ad altre Regioni e in altre zone dove le due cose hanno portato economia, lavoro e ricchezza, nella Locride questo binomio ancora non funziona per come dovrebbe. Il territorio, è innegabile, annovera al suo interno siti di straordinario interesse, due Musei, quello di Locri e di Monasterace che contengono reperti di indubbia importanza storica, resti antichi sparsi in molti angoli, il Musaba, struttura artistica all’avanguardia ed ancora una miriade di strutture di notevole pregio sparpagliate nei suoi tanti borghi antichi. Un patrimonio immenso che, però, non riesce ad assolvere quello che dovrebbe essere il suo compito principale, ovvero richiamare flussi continui di turisti. Quelli veri, per intenderci. Ecco, allora, che da Paestum arriva questa proposta, e questa possibilità, da non sottovalutare. Vedremo se sarà attentamente recepita sul territorio e dagli organismi istituzionali.
Nella foto l’intervento di Guido Mignolli