Esenzione bollo auto d’epoca 2018: come funziona regione per regione
In Italia il bollo oggi è obbligatorio anche per tutte le auto immatricolate dai 20 ai 29 anni fa, vediamo la norma nel dettaglio
Nonostante questo, alcune regioni italiane avevano deciso di non applicare l’imposta, continuando ad ampliare quindi l’esenzione del bollo anche ai veicoli ultraventennali, non più solo a quelli con oltre 30 anni di vita. La situazione si poteva definire abbastanza disordinata in materia, per questo motivo il Presidente del Consiglio dei Ministri ha richiesto l’intervento della Corte Costituzionale per riaffermare quello che era stato stabilito dalla Legge di Stabilità.
Il suddetto ente chiamato in causa ha quindi dichiarato illegittimetutte quelle norme regionali che erano in contraddizione con gli articoli 117 e 199 della Costituzione e quindi confermato che ogni cittadino italiano, in qualsiasi regione esso abbia la residenza, è tenuto al pagamento del bollo auto anche per i veicoli immatricolati tra i 20 e i 29 anni fa. Le uniche esonerate, quindi, sono le auto prodotte più di 29 anni fa.
Questo significa che tutti i regolamenti regionali che avevano previsto delle agevolazioni in passato, oggi non sono più validi. Infatti la Legge di Stabilità prevede proprio per esplicito che i veicoli e i motoveicoli esentati dal pagamento del bollo, a parte quelli ad uso professionale, sono solo quelli che hanno dai 30 anni di età. Se i veicoli sono ancora circolanti, devono pagare una tassa forfetaria di 31.24 euro per gli autoveicoli e 12.50 euro per i motoveicoli. L’esenzione del bollo auto, pertanto, rimane comunque sempre attiva solo per tutti quei mezzi che sono stati costruiti più di 30 anni fa.
La consulta della Corte Costituzionale è stata chiamata nuovamente in causa e ha fatto presente che il regolamento deve essere uguale in tutte le regioni d’Italia. È la normativa statale quella che ha valenza principale, non sono ammesse deroghe per tutte quelle regioni che, in passato, avevano esentato le auto ultraventennali dal pagamento del bollo. Questo secondo quanto dichiarato nel 2016.
Il bollo auto è una tassa di proprietà sui veicoli che viene incassata dalle regioni, ma la Corte Costituzionale ha vietato a queste ultime di deciderne la regolamentazione in autonomia; ogni disposizione deve sempre passare prima per lo Stato, nonostante in molti ancora sperano che le cose possano nuovamente cambiare. Ad oggi comunque continuano ad esserci delle differenze tra le varie regioni italiane: i residenti di alcune, in possesso di auto d’epoca, parrebbero sembrare più fortunati, altri un po’ meno.
Friuli-Venezia-Giulia, Val d’Aosta, Liguria, Abruzzo, Molise, Marche, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna: assenza di agevolazione
Queste sono le regioni in cui il bollo auto storiche deve essere pagato interamente. Ciò significa che si è dovuta abbandonare completamente l’idea di lasciare esenti dal pagamento della tassa tutte le auto ultraventennali, di età compresa tra i 20 e i 29 anni.
Piemonte, Toscana, Umbria, Lazio: agevolazione parziale
In queste regioni i cittadini in possesso di auto storiche possono godere di una parziale esenzione dal pagamento del bollo auto. L’importo totale della tassa viene scontato del 10% in base a differenti condizioni: in Piemonte e Toscana per tutti i veicoli ultraventennali, nel Lazio per quelli con la medesima età solo se iscritti ai registri storici ASI e FMI, in Umbria non bastano queste due iscrizioni, ma serve anche essere registrati sul RIVS e Storico Lancia, Italiano Fiat e Italiano Alfa Romeo.
Lombardia, Emilia-Romagna, Trento, Bolzano: agevolazione completa
Esistono delle regioni in cui, nonostante ciò che abbiamo appena letto, sono ancora vigenti le esenzioni totali dal pagamento del bollo per le auto storiche. In Lombardia non pagano l’imposta tutte le auto ultraventennali iscritte all’ASI, FMI, Storico Lancia, Italiano Fiat, Italiano Alfa Romeo; in Emilia-Romagna pagano solo la tassa di circolazione di 25.28 euro per le auto e 10.33 euro per le moto, tutti quei mezzi con più di 20 anni iscritti agli stessi registri suddetti.
Per quanto riguarda le Province Autonome di Trento e Bolzano, nella prima valgono le stesse regole dell’Emilia-Romagna, con ulteriore iscrizione all’ACI, nella seconda il bollo è ridotto del 50%.
Il caso del Veneto
Questa regione non può essere raggruppata con nessun’altra, perché merita un discorso a parte, diverso da quello fatto appunto finora. Il motivo è che, ad oggi, la normativa è ancora in continuo aggiornamento e quindi se ne deve parlare in separata sede. Sarebbe potuto rientrare anche il Veneto nella prima categoria descritta, la più corposa in effetti, visto che il pagamento del bollo era previsto per l’intero importo per tutte le auto ultraventennali, senza alcuna agevolazione e nemmeno nessuna esenzione. Eppure il Veneto probabilmente oggi ha vinto la sua continua e dura battaglia contro il cambiamento effettuato dal 2015 con la Legge di Stabilità; la regione potrebbe quindi aver ottenuto il ripristino dell’esenzione del pagamento dell’imposta per tutte le auto che sono state immatricolate più di 20 anni fa. Secondo questa regione, come per molte altre, il provvedimento del governo Renzi ha avuto delle conseguenze negative non soltanto sui proprietari di auto storiche, ma anche su tutto il settore. Gianluca Forcolin, vicepresidente del Veneto, spera in un nuovo provvedimento, più corretto, nella prossima Legge di Stabilità, in modo che tutti i residenti in possesso di auto storiche, possano mantenere inalterata la propria collezione.