“Co-costruzione di un nuovo mondo eco-sociale: non lasciare indietro nessuno”
Si è svolto oggi un evento di particolare pregio, organizzato dall’Ordine Professionale degli Assistenti Sociali della Calabria, unitamente al Dipartimento di Giustizia Minorile e di Comunità della Calabria, all’Università della Calabria e all’Università per Stranieri “Dante Alighieri”, dal titolo “Co-costruzione di un nuovo mondo eco-sociale: non lasciare indietro nessuno”,
La sessione mattutina dei lavori, svoltasi in assemblea plenaria, ha visto la partecipazione di oltre 530 iscritti e l’avvicendarsi di un ricco parterre istituzionale ed accademico, che ha dipanato la matassa delle politiche sociali in Calabria, mettendo in evidenza i bisogni, gli attori e l’importanza di una programmazione condivisa per potere rispondere alle domande delle persone più fragili. Le relazioni, dense di spunti di riflessione, hanno offerto approcci differenti e necessari per potere promuovere buone prassi, opportunità e politiche attive per una società inclusiva ed eco-sostenibile. La tavola rotonda, che ha seguito i lavori e gli interventi della sessione plenaria, ha sottolineato inoltre l’importanza di costruire un welfare di comunità, che muova dalla consapevolezza di dovere fare rete per potere affrontare le sfide sociali più stringenti, tra cui l’integrazione socio-sanitaria estremamente deficitaria quanto fondamentale, la co-programmazione e la strutturazione di servizi territoriali di prossimità, che diano respiro alle famiglie ed ai soggetti più vulnerabili. I differenti interventi hanno ribadito la centralità dell’impegno delle Istituzioni ed in particolare della Regione Calabria nell’invertire una rotta pericolosa, che vede il nostro territorio fanalino di coda tra le regioni meridionali, per ciò che attiene l’indice di povertà. Il dato medio riferito al periodo 2013-2020 pone infatti la Regione Calabria al primo posto (33.05%), con 8,45 punti di differenza rispetto al dato assimilato al Mezzogiorno.
Pertanto l’importanza di attivare e ripensare a politiche di sviluppo per i territori è apparsa condicio sine qua non per recuperare i ritardi atavici a cui i cittadini assistono e per gettare le basi per un possibile cambiamento. Dal dibattito è emersa quindi la necessità di far convergere lo sguardo verso orizzonti comuni, volti a ritrovare misure di civiltà e a rimuovere gli ostacoli e le barriere che oggi impediscono di tutelare a pieno i diritti di tutti, in particolare di chi è rimasto indietro, anche a causa della crisi pandemica che si sta protraendo e per via dell’incedere di conflitti internazionali, il cui grido non può restare soffocato.
I lavori sono proseguiti, con ritmi serrati, anche nel pomeriggio, attraverso diverse sessioni parallele coordinate ed arricchite dalla presenza di illustri professionisti ed attori sociali, che hanno affrontato le tematiche legate al mondo del lavoro sociale e di comunità, agli ambiti territoriali ed alla progettazione degli interventi su base locale e le sfide delle professioni sociali alla luce dei diritti e dell’accoglienza dei migranti, in fuga da contesti di instabilità. Si sono susseguiti al meeting regionale in ordine di intervento, i contributi di: Danilo Ferrara, Annamaria Campanini, Simona Totaforti, Ercole Giap Parini, Carlo De Rose, Isabella Mastropasqua, Aurora Vesto, Francesca Mallamaci, Sabina Licursi, Tindaro Bellinvia, Umberto di Maggio, Giovanna Laterra, Elisa Vermiglio, Luciano Squillaci, Emilio Molinari, Lucia Lipari, Sonia Bruzzese, Francesco Barreca, Matilde Fittante, Adriana Teti, Alessandra Mesoraca, Valerio Geracitano, Carlo Gelosi. Vincenzo Linarello, Renato Scodamaglia, Denise Scerbo, Pasquale Neri, Giacomo Panizza, Maria Letizia Polistena, Donatella Loprieno, Tina Frisina, Ida Giordano, Antonia Santoro, Giovanna Procopio, Ilaria De Stefano, Valentina Fidalma Ricondò.