I Carabinieri della Stazione di Cittanova, coordinati dal Procuratore Emanuele
Crescenti e dal Sostituto Procuratore Veronica Origlio della Procura di Palmi, hanno
eseguito una misura cautelare nei confronti di un 38enne, extracomunitario originario
della Nigeria, indagato con la grave accusa di maltrattamenti in famiglia.
I fatti risalgono al giugno 2024, a seguito di chiamata pervenuta sul Numero Unico di
Emergenza “112” con cui il personale del Centro SAI (Sistema di Accoglienza e
Integrazione) di Cittanova segnalava un’aggressione in atto ai danni di una loro
assistita. In particolare, a dire del chiamante, la donna aveva chiesto aiuto perché il
convivente la stava assalendo, impedendole di uscire di casa. Circostanze
effettivamente riscontrate dei Carabinieri intervenuti sul posto.
Immediata, pertanto, l’attivazione del Codice Rosso, la misura legislativa introdotta
per garantire tempestività nella reazione delle forze dell’ordine e della magistratura
davanti a reati di genere, come maltrattamenti in famiglia, stalking e violenza
sessuale.
E così, grazie all’affiatata collaborazione fra i militari dell’Arma e il personale dello
Sportello Antiviolenza di Taurianova, è stato possibile ricostruire oltre 10 anni di
vessazioni morali e violenze fisiche patite dalla donna, che mai prima di allora aveva
trovato la forza di denunciare. Trovando coraggio e pensando al futuro dei suoi figli
minorenni, spesso spettatori delle aggressioni, la vittima ha raccontato di come, nel
tempo, anche banali situazioni di convivenza erano diventate un vero e proprio
calvario, con il compagno che, abusando di sostanze alcoliche e stupefacenti, era
pronto ad alzarle le mani e ad offenderla. A far aprire gli occhi alla denunciante e a
renderla cosciente dell’insostenibilità di quella situazione, un litigio scaturito dalla
richiesta della donna di ricevere del denaro per poter provvedere al sostentamento dei
figli. Sentendo quella “pretesa”, il convivente l’aveva iniziata a colpire in testa e sulla
schiena, dicendole che se aveva bisogno di soldi, l’avrebbe costretta a prostituirsi.
Secondo l’ipotesi d’accusa sposata dal GIP di Palmi che ha firmato l’ordinanza si
ritiene che solo la misura cautelare degli arresti domiciliari possa assicurare che
l’indagato, nell’immediatezza già raggiunto da divieto di avvicinamento alla persona
offesa, non rappresenti più un pericolo per l’ex compagna.
A incidere sulle valutazioni effettuate dal Gip di Palmi è stato, tra le altre cose, il
fatto che i maltrattamenti cui la donna era vittima, verificatisi ancor prima del
trasferimento in Italia, nascessero dalla mancanza di vera e propria unione familiare e
fossero accentuati da comportamenti maneschi e violenti dell’arrestato.
Il procedimento è attualmente pendente in fase di indagini e l’effettiva responsabilità
della persona destinataria della misura cautelare, in uno con la fondatezza delle
ipotesi d’accusa mosse a suo carico, saranno vagliate nel corso del successivo
processo. Non si escludono ulteriori sviluppi investigativi e probatori, anche in favore
della persona sottoposta ad indagini.
Sei vittima di violenza o stalking? Non sei sola. Chiama il 112 – Numero Unico di
Emergenza – o il 1522 – Numero Antiviolenza e Stalking.